Madrugada 30

Oltre alle rubriche fisse si trattano i seguenti argomenti: dalla scienza alla compassione; tenerezza e resistenza; America latina; la fine del modello sovietico; Algeria.

  • Se Tex Willer vincesse alle elezioni

    In una scena già famosa del suo ultimo film, Nanni Moretti si avvolge letteralmente dentro un enorme giornale. Un “giornalone” formato da un collage di “tutti i giornali”: perché i giornali sono tutti uguali, perché dicono le stesse cose, perché raccontano le stesse bugie, perché raccontano tutto e non dicono niente.Aprite il giornale, accendete il

  • Babele, la cultura dell’immagine, il viatico illusorio di un rassicurante mito

    Una favola“Budda raccontò una parabola: un uomo che camminava in un campo si imbatté in una tigre. Giunto ad un precipizio, si afferrò alla radice di una vite selvatica e si lasciò penzolare oltre l’orlo. La tigre lo fiutava dall’alto. Tremando l’uomo guardò giù, dove, in fondo all’abisso un’altra tigre lo aspettava per divorarlo. Soltanto

  • Il difficile passaggio al pluralismo

    Due passi indietro e lo sforzo di capire Premessa Ci sono molti modi per far torto ad un popolo. Applicare schemi riduttivi e semplificazioni sulle ragioni della sua sofferenza, ad esempio, è uno di questi.L’Algeria vive da sei anni una guerra civile sanguinosissima (le statistiche vanno dai 60.000 ai 100.000 morti), che non sempre la

  • Macondo e dintorni

    20 febbraio 1998 – Venezia. Sono arrivate da Parigi due brasiliane, provenienti da San João de Meritì, ospiti dei Pensionati della Cisl Regionale e di Macondo. Un progetto educativo che è sorto nella periferia di Rio de Janeiro e lega la comunità di San João de Meritì con il Sindacato dei pensionati. Si fermano a

  • Una verità non ancora ristabilita

    La necessità morale di non tacere “Mi sento schiacciato dalle dimensioni del male che vedo dilagare per la Terra, devastare persone e continenti, soffocarli in un’ingiustizia che, alla fine, è stupida irrazionalità, suicidio degli stessi mandanti”. È una sera di “comunità” riunita intorno ad un teologo di grande intelligenza e grande fede; e un amico

  • La fine del modello sovietico

    Se si mette piede oggi a Mosca, città dagli 850 anni di storia, fulcro del commercio e avamposto di modernità economica e culturale, ci si trova di fronte ad una metropoli nostalgica e disorientata, confusa e disordinata, iniqua e pericolosa. Se si chiede, a chi pensa ancora che un’economia pianificata dia performance più elevate rispetto

  • Globalizzazione. Un neologismo poliedrico

    L’Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo (OCSE) definisce la globalizzazione come “un processo attraverso cui mercati e produzione nei diversi paesi diventano sempre più dipendenti tra loro, a causa della dinamica di scambio di beni e servizi e attraverso i movimenti di capitale e tecnologia”. Corretta, ma limitativa, e forse troppo semplicemente tecnica

  • Tenerezza e resistenza

    Incontro con Rosario Bautist, pedagogista di San Cristóbal de Las Casas “S. Cristóbal de Las Casas, tranquilla cittadina circondata da misteriosi villaggi indios, la luce dell’altipiano ha conservato la sua trasparenza incomparabile, i tranquilli indios tzotzile tzeltal dei vicini villaggi ravvivano ancora le strade con i loro costumi rosa, turchese vari e bianchi e nelle

  • Dalla scienza alla compassione. Terapia dell’imperfezione (intuizioni)

    Anagrafe Ricardo Peter, nicaraguense, laureato in filosofia, è da trent’anni domiciliato a Roma ed è stato ambasciatore del Nicaragua presso la Santa Sede dal 1979 al 1990. È professore di “antropologia del limite” all’Università Gregoriana ed è l’ideatore della Terapia dell’imperfezione. Attualmente è libero professore presso l’Università Autonoma di Puebla (Messico). Nel giro di 4

  • Tra le vetrate della cattedrale

    Caro lettore, cara lettrice, non posso fare a meno di ricordare i sottotitoli del film di Drayer La passione di Giovanna d’Arco, in controluce, contro le vetrate di una cattedrale: proprio non si vedevano. Come questo controluce: perché l’articolo di Demarchi emerge da sé con la poesia che pervade la sua scrittura “nella terapia dell’imperfezione”