Il mondo LGBTQ+ e la normalità che non esiste

di Alfier Cecilia

Questo monografico non parlerà solo di LGBT, ma anche più genericamente di genere, orientamento, sesso biologico, Freud. Rivivremo anche la rivoluzione del sessantotto. Tuttavia desidero concentrarmi su alcune questioni “arcobaleno” in modo che siano chiare a tutti, senza equivoci.La sigla LGBT, anzi LGBTQ+, ormai è entrata nel linguaggio comune. Potrei spiegarvi cosa significano quelle lettere una a una, insieme alle altre dozzine di etichette che esistono, ma un articolo fatto di definizioni lascia il tempo che trova. Per prima cosa, per avere definizioni più credibili di quelle che potrei dare io basta una ricerca di cinque minuti su Google. Seconda e più importante considerazione, le etichette non bastano a spiegare un tema così delicato e vasto come la nostra sessualità. Può capitare, in una lunga carriera di ragazza etero, di sentirsi attratti da una persona dello stesso sesso, senza per questo rientrare nella B di bisessuale. Noterete che per “spiegare” le varie situazioni in due casi su tre ricorrerò a personaggi immaginari, e non è un caso: spesso l’arte cattura molto meglio l’essenza della vita, meglio di come potrebbe fare la realtà.

Q come Derek

La vita è varia e fluida, mentre noi abbiamo bisogno di etichettare tutto. Così come ne ha bisogno il protagonista della storia che vi sto per raccontare, una storia sulla Q di Queer, ma negli anni ’70. Un momento in cui non se ne parlava e i ragazzi come il nostro protagonista, Derek, erano alla meglio considerati strambi, alla peggio maltrattati; adesso userò pronomi maschili per riferirmi a Derek visto che lui non dà alcuna indicazione in merito (l’autore nelle note mette pronomi maschili per Derek, ma Derek non ne parla), peròsappiate che ci ho riflettuto. Purtroppo non è una storia vera, si tratta di un verosimile memoir scritto dall’americano Allan D. Hunter. Si intitola: GenderQueer. A story from a different closet ed è disponibile solo in inglese. Tradurrei “closet” con “armadio”, quello dove Derek vorrebbe nascondersi talvolta. Lui è in effetti una ragazza, sente con tutto il cuore di appartenere al genere femminile. Si riferisce spesso al gruppo dei ragazzi come “loro”, quasi rivendicando una presunta superiorità intellettuale delle ragazze, gruppo in cui Derek cerca in tutti i modi di essere accolto. Tuttavia ha un buon rapporto con il suo corpo maschile e non vorrebbe cambiarlo, come invece fanno le persone transgender. Per tutto il libro lo vediamo alla disperata ricerca di una compagna con cui avere una relazione sentimentale e fare del sesso, solo che spesso sbaglia approccio, si fa illusioni sulle persone sbagliate (ci siamo passati tutti) oppure le ragazze lo escludono automaticamente come possibile partner perché credono sia gay. Lui stesso talvolta lo pensa e sperimenta avventure omosessuali con il compagno di stanza, ma alla fine dovrà accettarsi: non è gay, non è bisessuale, non è trans, ma non può definirsi nemmeno etero, è semplicemente Queer e più specificatamente “gender-invert”. Infatti, alla fine del libro dichiara: «Sono maschio, questo è il mio sesso, mi interessano le femmine, questo è il mio orientamento, e sono parte delle femmine, questo è il mio genere». Solo quando Derek accetta questa verità e si fa ambasciatore di sé stesso e di tante persone nella sua situazione, allora riuscirà ad avere successo nella sfera sessuale e anche in quella professionale. Probabilmente le violenze su di lui non finiranno, ma lui finalmente accoglie sé stesso e quindi rende più naturale per gli altri accogliere lui, anche le parti che non sono “lui” ma “lei”.

Todd, molti modi per amarsi

Una categoria che non trova spazio nel discorso pubblico è quella degli asessuali, coloro che non provano attrazione sessuale per nessun genere, a causa della mancanza di pulsioni libidiche, ma ciò non significa che non siano interessati a una vita romantica. Prendete Todd, della serie animata BoJack Horseman. Si tratta di un cartone animato che racconta la triste e cinica esistenza di un cavallo antropomorfo (in un mondo dove certi animali si comportano come esseri umani ed è normale) che un tempo era la star di una serie TV buonista anni novanta, ma ora trascorre le giornate in inattività. Terminato lo scorso anno, il cartone trattava con profondità di temi quali la depressione, il senso di vuoto, la perdita. Tuttavia, c’è un aspetto di BoJack Horseman che viene spesso trascurato: il suo coinquilino Todd, apparentemente perdigiorno, dichiara di essere asessuale. Questo non gli impedisce di uscire con un discreto numero di ragazze, di pianificare con loro e di fare quanto è in suo potere per renderle felici. Arriva persino a costruire un robot del sesso per soddisfare la sua ultima fiamma, ma questo si rivela inutile. Lei prende Todd per come è: simpatico, creativo, spesso inadatto alla vita adulta. Le sue idee hanno un che di buffonesco e rivoluzionario. Todd ci mostra come il sesso non sia la sola cosa che definisce una relazione amorosa. In Occidente diamo un’eccessiva importanza all’atto in sé, alla penetrazione, ma non è così, ci sono molti modi per amarsi ed essere felici.

T come Gianna

La terza storia di cui vi vorrei portare a conoscenza, prima che vi addentriate in questo monografico, è quella di Gianna, donna trans precocemente scomparsa all’età di 49 anni, nella città di Andria. Una storia che dimostra come l’omofobia e la transfobia non solo uccidano, ma facciano danni anche postumi alle vittime. La famiglia, dopo la sua morte avvenuta lo scorso gennaio, ha voluto ricordarla con il nome da uomo, insultando in questo modo lei, la sua scelta e anche chi le ha voluto bene. Fortunatamente la nota impresa funebre Taffo, che è sempre sul pezzo, è intervenuta e si è presa la libertà di rifare la lapide, con il nome giusto, Gianna, e tutti i pronomi al femminile. Purtroppo non possiamo sempre contare su un’impresa funebre per raddrizzare i torti nel mondo.Cecilia Alfiercomponente la redazione di madrugada

Cecilia Alfier

componente della redazione di Madrugada