Dopo l’incontro formativo “Conflitti”
Sì è chiuso l’incontro di formazione CONFLITTI, ma si è aperto in coloro che vi hanno partecipato una consapevolezza, un senso di non solitudine, una ricerca interiore nello stabilire le relazioni.

Parlare di conflitti, quindi di guerra, non è facile, ma quando tra i relatori hai don Albino Bizzotto, allora il dramma che si racconta diventa un tragitto, un invito a passare tra le bombe con la forza della nonviolenza. Piccole cose, un passo dopo l’altro, con perseveranza e senza sentirsi intimiditi dalle parole minacciose dei potenti o dall’espressione della viltà di altri, non importa se dette da governanti o papi, se l’obiettivo è richiamare a salvare vite a riporre le armi, quello che si vuol fare va fatto.
«La pace non sta nelle vittorie!» ci ha ricordato don Albino, protagonista della campagna nonviolenta durante la guerra in Jugoslavia. Non si deve vincere, si deve convincere, con-vincere, vincere assieme e la prima grande vittoria è riporre le armi perché chi si ha difronte non è un nemico, ma un essere umano. Lo ha dimostrato la Sumud Flottilla, non ha vinto, non ha portato a termine il suo operato, ma lo scopo non era quello, era segnalare che l’umanità, quella che lavora, studia, partecipa, ama, non è più intenzionata ad accettare l’orrore che si consuma a Gaza, non è disponibile a nascondersi dietro ai cavillosi discorsi di governanti compiacenti col governo israeliano: la gente normale è cacciata dalla sua terra, vengono distrutte le case, viene ridotta alla lenta agonia della fame, è bersaglio di armi ultramoderne. Basta! Il mondo della gente semplice ha detto basta!
Carmencita Mastroianni ci ha portato dentro noi stessi ai rapporti dentro al famiglia, ci ha mostrato quanto le relazioni siano fragili, come un rapporto può deteriorare se non diamo all’altro il suo valore: è altro da me, un altro me. Ci ha accompagnato a scoprire come una relazione può essere sincera, ma può nascondere insidie: le liti, le fratture se non gestite per tempo portano all’odio. E poi pretendiamo che vadano d’accordo le nazioni, quando noi non riusciamo a stabilire una sana relazione tra coniugi? La nonviolenza parte dai rapporti familiari e si allarga all’umanità, avere gli strumenti per capirci e per capire come mantenere una relazione è il fondamento per vivere una vita vissuta degnamente, umanamente.
Quindi Cristina Metto e Stefano Da Ros ci hanno raccontato le loro esperienze in Cisgiordania (nella striscia di Gaza non si entra, è di fatto, una prigione).
Ci hanno parlato di coloni che occupano le terre palestinesi e vi si insediano, ci hanno raccontato di rappresaglie nei confronti dei palestinesi da parte di costoro, protetti dal governo israeliano (in Cisgiordania vige lo stato di guerra), di come vengono derubati dei loro averi, dell’acqua che non possono utilizzare perché serve a Israele, al muro divisorio che è lungo il doppio dei chilometri del confine tra Cisgiordania e Israele, ai check point, all’impossibilità di utilizzare le strade, ma percorrere quelle a loro destinate, il non essere considerati umani… orrori, odio che non possono essere giustificati, solo fermati.
Ecco, con questo bagaglio da rielaborare dobbiamo continuare nella nostra opera di incontro e comunicazione tra i popoli, senza cadere nel tranello dell’odio, della vendetta; la pace, se la vogliamo, dobbiamo trovarla in noi, come scriveva Giuseppe Stoppiglia: «…Tutto questo avviene nell’intimo. La pace dipende sempre da me, non sono mai scusato se gli altri ora non la vogliono. L’amore va dato senza tener conto del corrispettivo, perché ciò che vale è la relazione umana libera e liberante. La serenità o la trovo nel mio intimo o nessuno me la può dare; soltanto può risvegliarla e liberaria in me chi la emana dal cuore.
Quando la Chiesa è una grande folla che galvanizza con la quantità e l’imponenza, restiamo ingannati.
Gesù, che lo sapeva bene, ha provveduto a deludere le folle, non le ha cercate. Quando la Chiesa è folla, è una protesi dello Spirito.»






La dottoressa Carmencita Mastroianni ci ha reso disponibile il suo intervento in forma di dispensa. La ringraziamo tanto.
