Brasile: i primi 100 giorni del governo Lula

di Furlan Mauro

Prima di iniziare a parlare di Lula e del suo governo devo dire che in questi tre mesi siamo tornati a respirare, a guardare avanti con fiducia. Il clima tra la gente è cambiato, non c’è più la tensione, la rabbia, la discussione esacerbata e la posizione o con me o contro di me. Specialmente l’area dei diritti umani, della difesa delle minoranze e la partecipazione ampia alle decisioni si sta rivalorizzando. In questa metà di aprile si sta vivendo però un dramma che ancora non si riesce a decifrare: sono aumentati gli attacchi alle scuole. L’ultimo caso qualche giorno fa dove un uomo è entrato in un asilo e ha ucciso 4 bambini. Da dove viene e come si organizza questa violenza contro le scuole? Avrà la stessa radice degli episodi che avvengono negli USA o ha altre radici?

Ma cominciamo con l’analisi. I primi cento giorni del terzo mandato presidenziale di Luiz Inácio Lula da Silva sono stati segnati da profondi cambiamenti rispetto alla precedente amministrazione. Il Governo ha ristabilito un rapporto più armonioso tra i 3 poteri, ha rimosso il personale militare dagli incarichi civili, ha salvato il multilateralismo in politica estera, ha adottato un controllo più rigoroso sulle armi e ha rilanciato la vaccinazione e la protezione dell’ambiente.

Però bisogna dire che Lula non è ancora in grado di costruire una base di appoggio al parlamento od ottenere l’approvazione della maggioranza dei brasiliani.

Dopo una vittoria di stretta misura, il governo Lula è iniziato in un contesto senza precedenti di minacce di colpo di stato da parte dei sostenitori più radicali dell’ex presidente, che sono culminate con l’invasione e il saccheggio del Palazzo del Governo (Planalto), del Congresso Nazionale (Parlamento) e della Corte Suprema Federale l’8 di gennaio. L’episodio senza precedenti ha generato un forte allineamento tra i tre rami del governo nel ripudio degli attacchi e dopo una posizione di conciliazione con le forze armate, Lula ha deciso di cambiare il comando dell’esercito, nominando il generale Tomás Paiva con la missione di depoliticizzare la caserma.

La base per governare

Lula ha scelto come strategia per rafforzare la sua base la nomina di ministri di partiti alleati e il dialogo con il Congresso. Ha anche cercato di garantire la governabilità attirando i partiti di centrodestra alla base del governo, dal momento che i partiti più di sinistra non hanno la maggioranza dei voti al Congresso. União Brasil, MDB e PSD hanno nominato ciascuno tre ministri.

Per il momento, però, queste sigle non hanno garantito pieno sostegno al governo. E non c’è stato ancora un voto rilevante al Congresso per testare le dimensioni della base, cosa che rivela la difficoltà del governo a portare avanti la sua agenda. Lula ha scelto di concentrare nelle mani del PT un gran numero di ministeri importanti, come le Finanze, la Casa Civile e l’Istruzione , invece di comporre un governo con una fronte più ampia, come era avvenuto nella sua campagna elettorale. Riassumendo il Pt ha il 13% dei seggi alla Camera, il 10% al Senato e il 30% dei ministeri.

Economia

Il punto più delicato del governo Lula da cui dipenderà il suo successo o fallimento appare in modo chiaro: l’economia. L’amministrazione Lula, si è posizionata chiaramente dicendo no alla privatizzazione, sì al sistema di protezione sociale e quindi a più tasse. Vuole sostituire il Tetto di spesa con nuove regole per la spesa pubblica, che consentiranno di mantenere la promessa di maggiori risorse per i servizi pubblici e gli investimenti.

D’altra parte, sotto pressione per far uscire dal rosso i conti pubblici, il ministro delle Finanze Fernando Haddad propone di tassare anche settori che attualmente non pagano tasse, come i siti di scommesse sportive (le scommesse di gioco sono proibite) e gli acquisti all’estero (prodotti che vengono dalla Cina e non pagano tasse). La sfida di conciliare più spesa ed equilibrio fiscale ha generato controversie all’interno del governo stesso e del PT. D’altra parte, l’amministrazione Lula si è mostrata unita nell’intento di fare pressioni sulla Banca Centrale per abbassare i tassi di interesse (che è all’assurdo 13,75%).

Multilateralismo

Grande cambiamento è avvenuto riguardo la relazione con i paesi esteri. Bolsonaro durante il suo governo, è entrato in conflitto diretto con i leader di nazioni tradizionalmente amiche, come l’Argentina e la Francia, oltre a essere in contrasto con il principale partner commerciale del Brasile, la Cina, insinuando senza prove che il paese avesse creato il coronavirus in laboratorio.

Questa linea ha finito per isolare il Brasile nello scenario esterno, intensificato dall’impatto internazionale negativo dell’aumento della deforestazione in Amazzonia durante la sua amministrazione. Lula appena eletto ha visitato due paesi vicini governati da diversi spettri ideologici: l’Argentina, presidente di sinistra Alberto Fernández, e l’Uruguay, presidente di destra Luis Lacalle Pou. È andato negli Stati Uniti e in questi giorni è in Cina e Arabia Saudita. Un punto particolarmente delicato in questo contesto è la guerra in Ucraina. Lula ha cercato di mantenere il Brasile in una posizione di neutralità e ha anche cercato di partecipare alla mediazione per un accordo di pace. L’iniziativa, però, è vista con scetticismo.

Società divisa, scarsa popolarità

Lula dopo aver compiuto cento giorni incontra difficoltà per conquistare il sostegno della maggioranza della popolazione. Secondo un sondaggio Datafolha alla fine di marzo, il 38% ha giudicato il governo buono o eccellente. Un altro 30% considera giusta la sua amministrazione, mentre il 29% afferma che l’amministrazione di Lula è cattiva o terribile. il risultato debole di Lula in questo terzo mandato riflette la forte polarizzazione delle ultime elezioni. Cioè, c’è un settore della società che rifiuta fortemente il PT e non cambierà idea facilmente. Molti affermano che il miglioramento del gradimento del PT dipenderà dall’andamento dell’economia e da come il governo gestirà la delicata agenda dei dazi, che mobilita una parte importante dell’elettore conservatore.

Dialogo con la società

Una sfida per il governo sarà quella di creare una nuova agenda che dialoghi con questa società divisa. Finora, l’amministrazione Lula è stata segnata dal rilancio dei vecchi programmi sociali del PT, alcuni di successo come Bolsa Família, altri più discutibili come Minha Casa Minha Vida. A volte si ha l’impressione che il governo non ha capito che la società è molto cambiata e che è una società dove si è cristallizzata la polarizzazione e gli elementi di consenso sono più difficili da percepire. A mio avviso i discorsi del PT sono vecchi, penso che l’idea che i programmi di 20 anni riscaldati diano grandi effetti è illusoria.

Concludendo posso dire che in questi mesi si è respirato più democrazia, il Brasile ha retto alla onda di una dittatura, ma non ci si illuda, il fuoco di una destra radicale, assieme al fanatismo di una grande fetta delle religioni evangeliche, cova sotto la brace, ma non solo in Brasile. Il mondo è cambiato e bisogna decifrarlo altrimenti ci divorerà.

Rio de Janeiro, 15 aprile 2023

Mauro Furlan

Gestisce la Casa di accoglienza Maria Stoppiglia di Rio de Janeiro