Cronaca dalla sede nazionale

di Farinelli Gaetano

2 maggio 2003 – Padova. Civitas organizza l’ottavo salone del terzo settore, che è l’ambito dei servizi e del no-profit, delle attività che non hanno fini di lucro. Anche Macondo ha partecipato al salone con uno spazio suo proprio, dove ha avuto modo di contattare i visitatori ed esporre gli obiettivi e le modalità della vita associativa. Responsabile dello stand di Macondo era Matteo Realdi. Numerosi gli altri macondini, tra cui Alessio e Fulvio. Una visita fugace anche da parte del presidente, in viaggio per Viareggio al convegno dei preti operai. Nella ressa per entrare nel padiglione, cadevano le pareti, precipitavano le barricate, era la fine degli steccati. Un buon inizio.

6 maggio 2003 – Padova. La parrocchia di Mortise invita Giuseppe a parlare del tema Prendersi cura e farsi prossimo: l’attualizzazione del messaggio evangelico. L’oratore partendo dalla parabola del “buon samaritano” indica il significato di farsi prossimo; e scorre nella immaginazione dei presenti il deserto, la città di Gerico, l’impatto violento di un carro armato, di un kamikaze, le grida. Qualcuno si scuote di soprassalto, è notte e batte le mani.

8 maggio 2003 – Asiago (Vi). Presso la sala Grillo Parlante si svolge la presentazione del libro di Gianni Bordin Non seppellite il mio cuore con la conversazione di Giuseppe Stoppiglia che apre con l’autore un dialogo a partire dal tema incontrarsi negli occhi dell’altro. Il libro nella sua semplicità e immediatezza ha raccolto l’interesse del pubblico, che ama sì conoscere il Brasile, ma anche camminare tra i poveri e la loro speranza negata. Qualcuno si commuove ai racconti, altri s’arrabbia per un mondo così deturpato, altri tace perplesso.

9 maggio 2003 – Rossano Veneto (Vi). Giuseppe Stoppiglia conclude il corso di socio politica che si è tenuto all’interno dei padiglioni delle opere parrocchiali. I ragazzi e le ragazze hanno partecipato con interesse e curiosità, nel confronto attivo con i politici locali, per capire ed entrare nell’agone, che non è dell’ape il pungiglione, ma lo spazio civile, il luogo del confronto politico. Che agli occhi ingenui è un monolitico, ma è solo un mono volume che ciascuno può guidare. Assieme agli altri.

12 maggio 2003 – Cinto Euganeo (Pd). Giuseppe e il professor Ivano Spano affrontano il tema della Pace possibile, tema discreto nella formulazione, ma impegnativo nel contenuto viste le conseguenze della guerra in Iraq e le code che si porterà dietro.

15 maggio 2003 – Milano. Arriva padre Edilberto assieme alla sorella Enoy e viaggiano per Torino, Modena fino a Bassano dove si fermano per la festa di Macondo. Incontrano gli amici Giorgio, Loredana, Nadia ed altri per scambiare informazioni ed idee su progetti e collaborazione possibile.
Bassano del Grappa. Saletta Bellavitis. I diritti dei bambini in America latina. Benedetta di Mani Tese parla della legislazione concernente il lavoro minorile; Rossella del MLAL in particolare della Colombia e della condizione dei bambini soldato; il cronista inatteso parla dei meninos de rua e del loro bisogno di riconoscimento sociale e di tenerezza gratuita. All’incontro partecipano con interesse ed attenzione un pubblico di cinquanta persone appartenenti a varie associazioni.
Bari. L’associazione “Famiglia dovuta” insieme con Edizioni La Meridiana hanno organizzato una serie di incontri nel corso dell’anno che si sono poi conclusi in questa giornata con l’intervento di padre Giuseppe Stoppiglia su Ricercare nuovi legami educativi: l’esperienza “Macondo”. Accanto alla famiglia si possono costruire luoghi di incontro in cui la relazione come rapporto con l’altro, con il diverso, l’emarginato, cui ci si avvicina nella sua estraneità, venga accolto come valore assoluto e dunque impegno di fede, perché relazione con il trascendente, sciolto dai legami dell’effimero.

16 maggio 2003 – Molfetta (Ba). Giuseppe guida un’assemblea alle scuole superiori sull’impegno e la solidarietà. Successivamente incontra i ragazzi delle Medie sulla situazione dei meninos de rua. Alta è la tensione emotiva dei ragazzi quando ascoltano dalla voce dell’oratore nomi, immagini, parole di un mondo sconosciuto fatto di delusioni e speranze.

17 maggio 2003 – Modena. All’ombra della Ghirlandina, rallegrati dalla luce del sole riflessa sui muri dipinti con i colori caldi della terra d’Emilia, nel cuore della città, viva nel passeggio leggero e ciarliero di un sabato pomeriggio, ci siamo incontrati per ascoltare una donna che ci ha raccontato delle storie di donne, iniziandoci ad un viaggio che come un fiume attraversa la corporeità, la spiritualità, la profondità e la leggerezza dell’universo muliebre e supera gli spazi e i confini femminili per sfociare in un percorso di umanità intera, priva di comparti di genere, ricca di diversità che non sono differenze. Storie di donne colombiane, forse lontane, ma così vicine a noi nel loro impegno quotidiano, che supera la politica traducendosi in responsabilità continua, verso se stesse e gli altri. È stata Bruna Peyrot ad incantarci con Mujeres, affiancata da Lorella Vignali e dalla sua testimonianza di sindaco.
Vicenza. Giuseppe su invito del Sindacato Bancari della CISL partecipa ad una tavola rotonda su Etica e finanza, che pare proprio un ossimoro, una contraddizione, che prevede fulmini e lampi, discussioni animate e violente, con schieramenti contrapposti, cui il sindacato nel suo lavoro di negoziazione dovrà dare una risposta etica che mette al centro l’uomo; ma c’è un profumo dei soldi che inebria.

18 maggio 2003 – Nervesa della Battaglia (Tv). La parrocchia organizza un incontro coi giovanissimi sui diritti umani; certamente un argomento elevato, ma che per giovani di quella età si propone ostico, quando solo a malapena il giovane percepisce il riconoscimento del suo nome nella società o forse solo nel gruppo che lo accoglie nel suo gergo e nei suoi giochi. Il gruppo era numeroso e dopo i primi brusii di assestamento è stato inchiodato dalle parole coinvolgenti di Giuseppe sul senso del loro vivere ed abitare corposamente in quel di Nervesa, territorio nordestino di indole mite, di mano operosa, nel quale i giovani cercano faticosamente il loro camino.
Bologna Eremo di Ronzano. L’associazione Destinazione Chiapas organizza una festa con gli amici ed i simpatizzanti per poter finanziare le attività in Chiapas e informare delle attività e delle opere realizzate sul territorio messicano. La giornata si conclude in una “cena rustica” con cibarie nostrane, vini locali, battute di stagione, voci baritonali, e caffè corretto. Il servizio è cordiale, economico, essenziale. Come la Selva Lacandona. L’umidità è sopportabile.

22 maggio 2003 – Nove (Vi). A seguito di un incidente stradale muore Fulvio Cuman. Ha lavorato per anni nel settore della ceramica; grande esperto dei forni e della loro manutenzione aveva montato in Brasile nello stato di Bahia un forno per la scuola di ceramica di don Paolo Tonucci missionario nella città di Camaçarì. Piccolo di statura poteva introdursi facilmente nella cavità del forno per la manutenzione e la messa in opera. Era generoso e diretto, semplice nei sentimenti e fedele nell’amicizia. Giuseppe l’ha ricordato a Pianezze come testimone di gratuità e generosità per i poveri.

24 maggio 2003 – Spin di Romano d’Ezzelino (Vi). La festa nazionale di Macondo si apre con la presentazione del libro di Pietro Barcellona La strategia dell’anima. Era certamente una occasione importante per affrontare alcuni temi significativi come la compresenza del razionale e dell’irrazionale nella vita e nella storia, tra la volontà di oggettivare il mondo e di accettare la corporeità, che è accettazione dei sentimenti, del limite, e del sociale che ti dà un nome, senza impedirti la possibilità di tra(n)s-gredire, di andare oltre e di costruire un rapporto altro con l’altro nello spazio politico, nella grande piazza civile, dove si costruisce il diritto nel solco della giustizia.
Conduce il dibattito Ivo Lizzola docente di pedagogia sociale, intervengono Vincenzo Vitiello docente di filosofia, Franco Riva, docente di filosofia Morale ed infine l’autore.
Ciascuno ha letto in modo personale il testo, qualcuno si è soffermato in modo specialistico su alcune volute “contraddizioni” dell’autore. A quel punto il discorso si è reso difficile nel codice ed ha reso precaria la possibilità di seguito tra il pubblico.

25 maggio 2003 – Spin di Romano d’Ezzelino (Vi). Festa nazionale di Macondo quindicesima edizione. Quattrocento i presenti nella grande sala del convegno. Tania è pronta per la registrazione. Al tavolo della presidenza si accostano i relatori in modo informale. Giuseppe presenta i testimoni. Provengono da continenti e da realtà diverse. Francisco Whitaker del coordinamento del Forum Mondiale Sociale, Josephine Ndione che viene dal Senegal leader del movimento femminile, Enoy Sena dall’Amazzonia Brasiliana leader del movimento popolare di Santarem, Ivana Monti che ha letto una poesia di un poeta turco ed un testo del Diario di un viandante di G.S. E ancora Ermanna Cunial e Giovanni Cipollotti di Emergency, Xhevahir Spahili dell’Albania, sono intervenuti pure due amici dalla Colombia Arsenio Botina e Leider Burbano. Vivaci e attenti gli interpreti Federica che ha accompagnato il francese di Josephine in trasparenza diretta ed Egidio che invece riproponeva la voce brasiliana di Enoy in un corrente italiano padano. L’assemblea stava immobile ad ascoltare nel calore del primo estate e batteva le mani ad ogni conclusione oratoria. Giuseppe aggiungeva una nota di riflessione e di plauso.
Nel pomeriggio dopo il pranzo che è stato servito in maniera egregia ed ha coperto i bisogni primari di tutti ed in parte quelli secondari della quantità, della bontà e del prezzo, dico in parte perché uno solo ha avanzato querela non ufficiale, in quanto la sua acqua minerale non conteneva le bollicine prescritte nella sua dieta aerofagica. C’erano venti primi, diciannove secondi, diciassette decimi, quattro avogadi, due pesche, un limone; vino bianco e rosso; acqua tonica. Nel pomeriggio dunque santa messa celebrata da una cordata di preti con partenza dalla foresta amazzonica, di passaggio per l’Angola, sfociava nelle paludi di Comacchio e si arenava tra le secche di Pove e di Rossano. La danza di padre Adriano l’angolano chiudeva la celebrazione nel sudore liberatorio della ultima primavera. Intanto nel cortile adiacente iniziavano le danze col ritmo scatenato delle batterie, dei clavicembali e dei sax. I bimbi del Central Park giocavano a rimpiattino e si nascondevano sotto le ascelle. Vinceva chi resisteva di più agli odori. In altro canto si estraevano dalla botola i codici della fortuna che passavano sulle mani irridenti e trasgressive dei bambini e delle bambine estratti a sorte per il sortilegio augurale. E i vincitori si son portati a casa premi dal valore inestimabile. Ragion ne sia che l’estrazione non si fa per raccogliere fondi ma per dare un senso all’ottimismo e accendere candeline di profumo nei sogni dei simpatizzanti. O no?
Numerose le associazioni che hanno partecipato alla festa coi loro banchetti su cui esponevano i loro prodotti e davano informazioni della loro attività con serietà e passione. La sera è scesa per tutti riposante e consolatrice, mentre i germi di quanto hai visto e ascoltato rispuntano nei pensieri tuoi e nei nostri sentimenti.

26 maggio 2003 – Vicenza. Il segretario della CISL di Vicenza, Giuseppe Benetti predispone un incontro con gli ospiti della festa provenienti dal Brasile: padre Edilberto e la sorella Enoy e Josephine dal Senegal. È un’occasione per alimentare i canali di solidarietà cosciente all’interno degli organi sindacali ed indirettamente tra gli operai. Sono presenti i membri delle varie segreterie confederali. Gli interpreti si avvicendano per la lingua e per l’orario.

1 giugno 2003 – Brendola (Vi). Dominique ed Eugenio Marzotto si sposano davanti al testimone ecclesiastico Giuseppe Stoppiglia. Apre la cerimonia la musica sponsale, il coro canta e si sofferma per ascoltare le voci commosse degli sposi ed il fervorino del celebrante che invita i celebranti il matrimonio a costruire un tessuto d’amore e di fedeltà che la società dei consumi disconosce. Gli invitati restano in piedi per tutto il tempo, assorti e compunti.

5 giugno 2003 – Marostica (Vi). Il gruppo Nao passaran invita Giuseppe Stoppiglia a parlare del nostro rapporto con l’America Latina. Buona occasione per parlare della invasione del Pensiero Unico che oscura il nostro sentire critico e ci impania nella pigrizia della rassegnazione. Nel riconoscimento attivo della riflessione dell’oratore gli animi si accendevano e brillavano gli occhi. E i black out elettrici non li avrebbero spaventati.

7 giugno 2003 – Treviso. Giuseppe si incontra con lo staff formativo dell’associazione di volontariato “Tonino Bello” per programmare un ritiro spirituale per tutti i soci. Un modo per legare la programmazione allo spirito e non alle opere, al senso civico e politico, e non allo scarico di responsabilità del comune senso di colpa.

15 giugno 2003 – Bassano del Grappa (Vi). Arrivano dalla Bahia otto giovani brasiliani preparati professionalmente in danza, musica e capoeira accolti dai promotori e amici del Bagunçaço Selenia Mocellin e Alessandro Busnardo. La Compagnia Encantalada farà una tournée in Italia per far conoscere e finanziare il loro progetto di lavoro e formazione; ripartiranno per la Bahia alla fine di luglio. Tale iniziativa che richiede coraggio e fantasia è un modo concreto di promuovere la solidarietà. Danza, stage di musica e danza, capoeira in ogni dove d’Italia nelle ore tenere della sera e della notte infante si susseguono senza sosta; gruppi, associazioni, singoli partecipano con affetto e costanza: il caldo smarrisce le latitudini e siamo ai tropici ormai per sempre.
Pove del Grappa. Gino Tapparelli, sua moglie Marilda e due sorelle di lui passano per la nostra casa in visita di amicizia. Gino sta facendo un lavoro di ricerca sugli archivi con un monte di risorse molto scarso per notificare le azioni di violenza perpetrate dalla polizia in questi ultimi anni. È un lavoro di pazienza e di coraggio, di prudenza e di rischio permanente. A Salvador una ragazzata diventa uno sgarro ed è morte annunciata.

16 giugno 2003 – Pezzoli (Ro). Don Giuliano invita il nostro presidente con padre Benjamin al teatro tenda a parlare di Memoria e profezia ad un pubblico di duecento persone. La profezia nasce e si sviluppa su di una cultura che denunci la deriva di un popolo o dei suoi capi; non è dunque la visione del futuro ma la denuncia del presente nella lettura dei segni, che si può emettere solo nella adesione alla memoria del proprio popolo e della propria cultura. Molti i segni, a detta di Benjamin, che sconsigliavano la guerra in Iraq, per il muro di resistenza che si sarebbe formato, per la barriera di ostilità che avrebbe sollevato. Profeti di sventure!

17 giugno 2003 – Marostica (Vi). Venti giovani del gruppo “Tenda della pace” incontrano Giuseppe su: Il volontariato cos’è? Domanda forse peregrina in un paese dove il volontariato si conta ad alte classifiche; ma forse non inutile se si considera il disinteresse costante sui servizi e sulle condizioni umane della società. Il volontariato è in crisi, come sono in crisi i valori della solidarietà, ed è preminente l’interesse individuale cui si sacrifica il tempo di lavoro e di riposo, per accumulare e competere. Ma è in crisi perché non sa attendere alle domande vere, si accontenta dell’assistenza, senza cogliere i motivi culturali di un disagio che ha lontane radici.

19 giugno 2003 – Facca (Pd). Giuseppe incontra quaranta coppie di fidanzati che si preparano al matrimonio. Qual è il senso di questi incontri? Quanto spazio danno al sacro? E quanto all’istituzionale? Che peso ha la relazione e la responsabilità in questi incontri? Credo che l’oratore abbia preso possesso del tavolo e del righello con questi interrogativi; e l’incontro è diventato una intervista.

24 giugno 2003 – Agugliano (An). Giuseppe a Gaetano in visita a Tonino Bori e Patrizia Piovano che da mesi soffre per una malattia grave. Fa molto caldo; non è necessario dirlo, ma è per dovere di cronaca: uno dei pellegrini infatti ha un malessere da calore. Restiamo con la famiglia tutto il giorno e la notte. Anche i figli Sara, Irene, Gabriele, Silvia ci fanno festa attorno alla tavola. Ci raccontiamo storie allegre e storie buffe. Ci lasciamo con la speranza che Patrizia abbia a superare il male. Non sarà così: a luglio peggiora, viene ricoverata ad Ancona, sottoposta a cure, ma il fisico non resiste, la lotta è impari. Ci eravamo conosciuti più di vent’anni fa; non è valsa l’amicizia, l’amore, le figlie, il piccolo Gabriele, il marito Tonino, la sua voglia di vivere a trattenerla, nulla. Partita con la riserva limitata del viandante che sa di non tornare, ma ci spera, anche se la morte è la nostra condizione. Moriva la sera del quindici di agosto, giorno dell’Assunta in cielo. Il piccolo Gabriele chiede ancora al babbo Tonino perché l’abbiano collocata nella casetta del cimitero di Racconigi dove ancora vivono i genitori di lei, se è vero che la mamma è in cielo. Al funerale erano presenti molti amici conosciuti nel sindacato, dove aveva continuato a lavorare nel campo della formazione, quando la famiglia gliene offriva la possibilità. Giuseppe ne ha celebrato il congedo nella chiesa di Agugliano. Con parole umane, che richiamano il mistero, e invitano a mantenere la memoria di Patrizia.

2 luglio 2003 – Dosolo (Mn). Nella chiesa arcipretale si svolgono le esequie di Giorgio Pedrazzini, fratello di Gianni, consumato da una lunga malattia mortale. La chiesa è gremita e il coro invoca la pace e il riposo, come i nipoti Alex, Giuseppina, Samuele nella preghiera dei fedeli. Ora le sue ceneri riposano nel piccolo cimitero della Bassa, nella terra leggendaria di don Camillo.

3 luglio 2003 – Pove del Grappa (Vi). Giuseppe riceve la visita di don Mario Vanin e amici e si intrattiene con loro a parlare delle sfide della attuale società e delle prospettive possibili. La formazione costante, la riflessione critica può essere un modo efficace seppur graduale di affrontare difficoltà e liberare risorse.

6 luglio 2003 – Pove del Grappa (Vi). Si riunisce la Segreteria di Macondo. Sono convocati anche Baldassare e Luigi per la verifica sulla festa: ben cinquanta le associazioni aderenti, bene l’aggiunta del sabato come vigilia di festa, anche se deludente il dibattito sul libro, numerose le presenze, proficua la sottoscrizione premi, la mensa ha fatto un servizio buono e funzionale. Il servizio bagni decoroso, senza assalti alle porte rintronanti, o sequestro dei rubinetti dell’acqua da parte di assetati, assatanati, o maleodoranti. Niente dispersioni di rotoli di carta a tappezzare i viottoli del parco. Le macchine, il parco auto non ha subito furti, assembramenti, sovrapposizioni, scontri, infortuni, graffi, nessuno è rimasto imprigionato nell’abitacolo in attesa di atterraggi impropri. Insomma il consuntivo è: che il binomio BaLuBa (sono le iniziali di nomi noti) è efficiente ed efficace assieme ai satelliti.
Altri argomenti: è partito per il Brasile Mauro Furlan e sarà un referente per Macondo a Rio de Janeiro e dintorni con tutte le credenziali in regola. Per il progetto Angola ora si attende ed augura la presenza stabile di padre Adriano in terra d’Africa onde possa seguire da vicino il progetto in generale e la scuola di Ganda Benguela (Angola) in particolare. Si è acceso anche un nuovo progetto in Brasile per l’assistenza agli anziani tramite un amico trevigiano che vive a Recife.
Da ultimo l’avvio dei campi scuola a Ostuni, per i più giovani sul tema della educazione dei sentimenti, diretto da Gabriele Nadia e Paola. E poi il campo di Skrapar in Albania tra le montagne ed il fiume diretto da Fulvio. Questo ultimo ha come obiettivo l’incontro tra italiani e Albanesi ed i relatori saranno in parte albanesi e in parte italiani.

9 luglio 2003 – Voghera (Pv). Giuseppe interviene ad un corso operatori sindacali per scoprire le motivazioni all’impegno sociale ed alla solidarietà internazionale in tempo di globalizzazione. È un’occasione propizia anche per misurare la capacità visiva del sindacato, e fin dove si proietti la sua sensibilità.

11 luglio 2003 – Coccaglio (Bs). Riccardo Imberti della Fondazione Pagani nell’anniversario della morte della famiglia Pagani distrutta in un incidente su strada propone una riflessione di ampio respiro su Globalizzazione e diritti umani. Accompagnano la conversazione Il professore Di Giuseppe docente di storia e Stoppiglia Giuseppe. L’incontro è allestito in una chiesa romanica alla presenza di ben centoecinquanta persone. Il dibattito si snoda su toni ampi, riflessivi e pacati. Se la globalizzazione frantuma il sociale solo nella ricostruzione del linguaggio della relazione si possono recuperare e tradurre i diritti umani; diversamente si resta ai buoni propositi.

12 luglio 2003 – Venezia. Mauro Furlan parte per il Brasile e sarà ospite in Grajaù e presso l’associazione dei ragazzi di strada Amar. Alla ricerca di una collocazione esistenziale e responsabile, non di una sistemazione funzionale. Farà anche da referente per Macondo in Brasile.

19 luglio 2003 – Pove del Grappa (Vi). Il gruppo missionario di Piove di Sacco incontra nella sede nazionale di Macondo il presidente per riflettere sul senso della missione oggi e segnare le premesse per un rilancio delle iniziative che abbiano come punto fermo l’ascolto dell’altro e l’annuncio di un messaggio che sia alla base di un farsi prossimo ed un prendersi cura dell’altro. Vengono serviti the e biscotti dato che il vino è un inebriante che crea assuefazione.
Padova. Parte il convoglio che trasporta i ragazzi del nord per destinazione nota e sconosciuta. Li accompagna Lele sul treno di una lunga notte; si troveranno con i ragazzi del sud a Ostuni, bianca sul monte, immersa nella selva e tra gli ulivi che degradano sul mare, incalzati da Nadia e Paola, che li raggiungono in auto viaggiando ad una quota aerea di un metro dalla superficie e i pneumatici intonsi. Scandiscono le giornate Stefano con la musica, Chiara con il teatro e Paola con la narrazione.

19/26 luglio 2003 – Ostuni (Br). Una terra rossa e viva, abitata da ulivi con tronchi di quercia che sembrano figure umane che rappresentano scene di vita quotidiana sullo sfondo di un cielo azzurro e limpido che si stempera all’orizzonte immergendosi nel mare. Il mistero della natura. La sua immensa bellezza. Il suo incanto. Incastonati in questo paesaggio sospeso tra fiaba e realtà, abbiamo intrapreso il nostro cammino verso la scoperta di noi stessi e degli altri, dei nostri sentimenti e delle nostre emozioni, abbiamo provato a comunicare con codici espressivi inusuali, come la musicalità dei suoni e dei ritmi, abbiamo sperimentato la potenzialità della nostra voce, ci siamo scambiati la ricchezza dei nostri gesti, la densità dei nostri vissuti, delle nostre storie, ma, soprattutto, ci siamo incontrati veramente in uno spazio, in un tempo e in un luogo, ci siamo riconosciuti, anche se diversi. Abbiamo tessuto fili sottili ma resistenti di intesa e sintonia, di affetto ed amicizia, ci siamo dischiusi incuriositi e stupiti di noi stessi e degli altri, siamo cambiati. Ed è il nostro cambiamento, seppur lieve, ma ricco di senso, che dà inizio al nostro percorso, personale, individuale, ma così fertile e ricco se intrapreso insieme, se condiviso con gli altri, in allegria e tristezza, con leggerezza e profondità. Per questo non vogliamo che finisca qui, perché desideriamo continuare il nostro scambio e il nostro cammino, perché abbiamo voglia e bisogno di incontrarci nuovamente, perché stare insieme significa rispecchiarci negli altri, riconoscere in loro frammenti di noi. Significa fare crescere fiori nel deserto. Ci ritroveremo. È una promessa.

27 luglio 2003 – Skrapar, Albania. Ha inizio il viaggio del variegato gruppo di macondini verso l’Albania, per incontrare e conoscere altri giovani, e scoprire nuovi luoghi e usanze. Ci eravamo proposti un programma di incontri, lavori di gruppo ed escursioni. Solo alcuni dei partecipanti avevano l’età prevista, poi erano presenti bambini, adolescenti, adulti con le rispettive mogli, professori, disoccupati, universitari studenti in Tirana e in Italia.
Siamo stati accompagnati nei nostri incontri con gli albanesi prima dalle parole del poeta Xhevahir Spahili e dello scrittore Visar Zhiti, quindi da quelle di Benito Boschetto, economista, di Gaetano e di Giuseppe. Abbiamo ballato le musiche tradizionali, brindato con la rachi, la loro grappa, visitato il loro monte sacro, su di un pullman, tutto rotto e aperto, che si arrampicava a dieci all’ora su strade di montagna dove credevo solo un fuoristrada potesse andare, e su questo monte abbiamo mangiato l’agnello che hanno ammazzato, per noi; abbiamo fatto il bagno nel fiume, giocando a infangarci con l’argilla purissima e tuffandoci dagli scogli.

28 luglio 2003 – Rocca Pietore (Bl). Alessio Dalla Gassa accompagna Giuseppe al campo dei giovani delle parrocchie di Marostica, Nove, Marchesane. È bello sollevarsi da terra quando il caldo preme sulla pianura; è bello sostare nel bosco dove gorgoglia l’acqua della sorgente; è bello ascoltare il silenzio quando scende dal monte la notte dentro la tua tenda.

redazionale
Nebbia dalla muraglia
Le immagini di questo numero di Madrugada
di Antonella Santacà

L’altra Cina

In Cina la maggioranza della popolazione appartiene alla etnia Han, ma esistono ben 55 minoranze etniche che contano circa 80 milioni di individui. Queste minoranze etniche generalmente conservano intatta la loro cultura e lingua tradizionale. Anche se fisicamente le differenze tra questi gruppi e i cinesi Han non sono evidenti, poiché si tratta essenzialmente di varianti del fenotipo mongolo, le differenze culturali, invece, esistono fin dai tempi antichi.
Le minoranze etniche spesso occupano zone di alta montagna, di altopiani dove abbondano i pascoli e le zone boschive, zone ricche di prodotti e risorse naturali e le zone di confine. Alle minoranze etniche lo Stato concede alcuni privilegi che proteggono e salvaguardano la loro cultura: ad esempio è concesso loro di avere due figli a coppia anziché uno come è imposto al restante popolo cinese.

Una ciotola per due

Una ciotola di riso si trova sempre per tutti e chi è veramente povero, come gli Yi del Tuang Village, ai confini con il Tibet, vive in case di legno, in zone sperdute, dove non vi è neppure la strada. Ma l’ospitalità di questa gente è davvero grande e sorprendente. Le ragazze Yi che abbiamo fotografato indossano fiere i loro vestiti della festa, quelli che si usano soltanto il giorno del matrimonio o in momenti davvero importanti.
Dentro quelle pareti di legno affumicato non vi erano che pochi mobili ed oggetti: un vecchio armadio, un focolare al centro della stanza con una pentola grande annerita, alcune seggiole disposte attorno, un piccolo specchio alla parete, un grande poster di Gong Li per sognare, un paio di letti molto essenziali…
Tanto buio e tanto silenzio. E poiché non eravamo in grado di comunicare con le parole, ci scambiavamo molti gesti e sorrisi con gli occhi.

Lo stupore e la bellezza di un incontro

Gli occhi hanno sorrisi quando si trovano davanti a certi sguardi di bambini che ti osservano come per dire che ti amano perché amano tanto la vita da meritarti il loro amore.
E c’è una sorta di stupore o è forse la sensazione che la bellezza di un incontro sta per chiudersi come si è aperta, ci sfugge tra le mani e corre via. È forse la stessa emozione che abbiamo provato a Zhongdian, in una scuola elementare sperduta tra le montagne di pascoli di Jak.
I bambini hanno cantato per noi delle filastrocche divertenti. Ci siamo trovati lì al termine delle lezioni settimanali, quando è doverosa consuetudine eseguire le pulizie dell’aula, ciascuno con un compito preciso: così i maschietti salgono a cavalcioni sui davanzali per pulire i vetri, mentre le bambine puliscono velocemente banchi e pavimento.

C’era una volta un antico monastero

Virtù è quella che abbiamo potuto conoscere da un gruppo di bambini che sulla muraglia cinese si esibiva nelle arti marziali. Con grande abilità saltavano e si capovolgevano.
E dall’alto dell’antica muraglia li abbiamo sorpresi guardare tra i varchi la nebbia…
La nebbia ha ispirato poeti e attori e lascia qua e là spuntare irte cime maestose di montagne facendole sembrare, come a Guilin, ancora più alte.
C’era una volta un antico monastero avvolto nella nebbia… come rappresentarlo?