Tutto ciò che è grande sta in mezzo alla tempesta

di Comitato di Redazione

Scorrendo le pagine di Madrugada

Sono rientrato da solo dalle ferie al mare; la moglie e i figli mi raggiungono questa sera. Abbiamo parlato, chiaccherato, imprecato, gridato, pensato molto in questo lungo periodo di pace e di conflitto. Impegnati a cercare che si dice e che si scrive in giro su famiglia e adolescenti (figli), conversazione certamente deleteria al mare.
La figlia maggiore, Elettra, ha trovato questo articolo di Monica Lazzaretto e Carmelo Miola: Ciclo vitale della famiglia e compiti di sviluppo dove, dopo aver illustrato i compiti della famiglia, illustrano il punto di crisi familiare, che è il processo di differenziazione e svincolo dell’adolescente, affrontabile con una responsabilità che non è adattamento al dato di fatto.
Patroclo, che è un mite, ha trovato tra le sue letture questo stralcio di Achille Rossi: Famiglia e adolescenti.
Punto di rottura, che insiste in particolare sul pericolo di stacco e distacco definitivo tra le due generazioni, minate dalla solitudine, dalla privazione di sogni e dalla eccessiva protezione degli adulti.
Io, invece, mi sono trovato nella posta virtuale un messaggio, proveniente dalle secche della bassa ferrarese, di Giuseppe Cavalieri cui ho azzardato un titolo Le relazioni all’interno della famiglia. Senso condiviso o funzionamento imposto? che affronta il tema dell’identità della famiglia nei nuovi contesti sociali e culturali, e il rapporto tra i membri fuori dai ruoli imposti.
Mia moglie, che è intuitiva, si presenterà alla conversazione di questa sera con lo scritto di Giovanni Realdi, neolaureato dottore in filosofia: I padri, i figli, il silenzio, in cui compone sentimento e razionalità alla ricerca della parola come luogo d’incontro riscoperto e di spaesamento.
Mentre aspetto lo scompiglio della carovana, che già sento gridare, leggo la recensione di un’opera interessante: La purificazione della memoria di Sergio Tanzarella, che riprende i grandi eventi del novecento e fa distinzione tra bene e male, tra torturatore e vittima, a contatto con il dolore perché non si ripetano le sequenze dell’ingiustizia e della sopraffazione.
La carovana è arrivata e si è aggiunto anche Ernesto, che mi ha buttato sul tavolo uno scritto di Giuseppe Stoppiglia, controcorrente: Nessuno vuole migliorare il mondo, tutti vogliono arricchirlo che apre con la memoria di un certo Toni Cortese di Spinea e poi attacca la libertà selvaggia (quella economica) del più forte, che si nutre del diritto per schiacciare la giustizia.
Tra i bagagli della carovana ci sono alcuni sconosciuti, provenienti da campi di addestramento al centro e al sud, che tengono tra le mani stracci di relazione: in cerca d’ali di Bruno Della Queva, sul campo estivo di Acquafredda, e di Valentina Grande, su quello di Badia Prataglia, contenuti e metodi di formazione (avevo capito addestramento).
In segreteria ho trovato la voce di Andrea Gandini, che mi segnalava in posta Le tre dimensioni dell’Essere Umano, una riflessione fatta senza inciampare a passeggio con la famiglia nei sentieri di montagna, per recuperare la ricchezza multiforme del reale, la moderazione creativa.
Mio figlio Piero mi riferisce di Mauro Pellegrino che accoglie nel suo osservatorio di Palomar una lunga intervista di Franco Gesualdi dal titolo Globalizzatori e globalizzati: riusciremo a sottrarci al gioco delle parti? su Genova e su quanto sta crescendo la sensibilità critica del pensiero unico.
In attesa della cena, Anna, la più piccola, legge a voce alta nel diario minimo di Francesco Monini, Il mondo dopo Genova, i grandi avvenimenti che si intrecciano con quelli più piccoli, che sono però la luce dei nostri occhi e il sale del nostro pane: Carlo Luigi, Amelia e Clelia.
Qualcuno pretendeva la lettura di una cronaca informe di Macondo e dintorni, zeppa di fatti e di fantasie di un cronista feriale; abbiamo invece passato in rassegna le foto di Adriano Boscato, reali e leggere, semplici e simboliche nel commento di Chiara Cucchini.
Ora siamo seduti a tavola: Elettra punge Patroclo con la forchetta, Ernesto grida con Anna; io guardo oltre il fumo del risotto mia moglie che sfama i familiari ed affini. In attesa del confronto su famiglia e adolescenti, genitori e figli.