Il corpo, compagno di strada dell’anima

di Comitato di Redazione

Morire di maggio ci vuole tanto, troppo coraggio: imperversa una guerra di là dal mare, in Libia; e sul mare un’altra guerra, quella di poveri naufraghi, che cercano terra e pane, travolti dalle acque del nostro mare.
L’unica verità è il dolore scrive Giuseppe Stoppiglia nel suo controcorrente; così in un tempo di inganno e di guerra attendiamo un segno di tolleranza, di non faziosità, di rifiuto delle fedi e delle ideologie pervasive.
Occhi, bocche, mani, piedi, volti, uomini e donne in fuga, stanchi, invocanti, esultanti, rigidi nella morte, corpi e ancora corpi approdano a Lampedusa. Del corpo nel monografico, che sta in così poco conto tra noi, mentre pur si esalta la vita, a furor di leggi e di sante alleanze.
Nel guscio, Hoc est corpus, Giovanni Realdi scrive: non basta la mente per rispondere alla domanda di chi sono io per te, è bene ascoltare il cuore, che rompe gli schemi della logica cartesiana: vivo, percepisco, sento e solo alla fine comprendo.
Segue Silvano Mocellin: Corpo e anima: un equilibrio da ristabilire; difficile dire quale sia il rapporto tra corpo e anima, se sia possibile fare una distinzione come se fossero due parti separate. Franco Riva in Corpi pesanti, corpi leggeri mostra i contrasti, le contraddizioni degli umani già dal primo sottotitolo, che recita: mondo che mangia, mondo che ha fame. Paola Stradi in Colpevoli! Maternità sul lavoro evidenza l’irrazionalità di un sistema che nella scala dei valori colloca il lavoro prima della procreazione e non riconosce il ruolo sociale della donna. Scrive Heymat in Fuori controllo. I corpi nel film porno che il godimento nella rappresentazionefilm dell’atto sessuale rivela l’essere animale dell’uomo e lo proietta al di fuori di ogni struttura, sociale, culturale, morale, politica.
In scritture a confronto gli autori affrontano l’ospitalità.
Gianpaolo Anderlini, nella Torà: l’ospite è lo straniero; Mohammed Khalid Rhazzali, nel Corano: l’ospite è il figlio della via, il viaggiatore; Elide Siviero, nel Nuovo Testamento: l’ospite è Gesù e con lui il povero.
Segue In-forma di libri con Gad Lerner in Scintille. Una storia di anime vagabonde che è il racconto di un’incomprensione. Segue Luigi Zoja in La morte del prossimo, conseguenza della «morte di dio», della tecnologia e della globalizzazione finanziaria.
Attenzione, arrivano le rubriche. Con una novità, anzi due: la prima è Carte d’Africa, che ci introduce, e scusate se la mia ignoranza è superiore alla vostra, nel continente sconosciuto; prima carta è l’Egitto di Elisa Ferrero, terra antica, fiera della sua cultura, tradizione e rivoluzione. La seconda novità è Crescere figli altrui, che affronta l’affido, curata da Alessandro Bruni, che inizia con L’esercizio dell’ambiguità nell’accoglienza, luci e ombre di una famiglia che decide di prendersi cura di un minore.
E arriviamo all’economia di Fabrizio Panebianco; Pane e barconi racconta le quote in borsa che fissano i prezzi del grano e provocano le rivolte del pane.
Chiude le rubriche, ma non senza interrogativi, Giovanni Realdi ne La scuola è un labirinto di passioni.
La cronaca di Macondo e dintorni di Gaetano Farinelli racconta le opere e i giorni, con molti vuoti a (non) perdere.
Aprono e chiudono le immagini (corpo vivente) di Adriano Boscato, gentilmente concesse da «Bmotion – OperaEstate Festival Veneto 2010».