Macondo e dintorni

di Farinelli Gaetano

1 agosto 2010 – San Crescentino, Cantiano (PU). Matteo e Lisa Giorgioni guidano un gruppo di adolescenti nelle Marche, assieme agli amici Elia e Ladane, che hanno curato la cucina e la mappa del campo. È stata una settimana intensa, tra i boschi e le montagne, lontani dal frastuono del traffico e dalle sirene sguaiate di TV e di internet caffè. Venti ragazzi e ragazze assieme, a custodia del loro tempo e dei loro sogni. Ogni giorno li assorbiva nelle attività quotidiane: riordinare il letto, fare il pane, perlustrare i monti, le valli e i boschi, mangiare cereali e latte, mettere alla prova la voce sulle tonalità del pianoforte e del vento. Ogni sera, nella ruota emozionale (da non confondere con la ruota della fortuna), raccontare il giorno, gli episodi importanti, i crucci e le gioie, le liti e i confronti. I ragazzi e le ragazze hanno giocato, camminato, mangiato, parlato assieme, alzato la voce nei toni del furore, misurato le parole sul giudizio, sussurrato una canzone quando l’emozione faticava a formulare il pensiero. Giorni intensi, in cui era spontaneo rubare il tempo alla notte per aprire una tregua al mattino. Giorni spensierati, lontani dal controllo affettuoso dei padri e delle madri, fuori tutela, sorvegliati dal gruppo che ha mille occhi, come la fama. A fine ottobre c’è stata una ripresa del campo delle Marche sui monti di Savigno, Tolé, Monteombraro; ai primi di gennaio invece si apre «l’Isola della neve» per gli adolescenti a Prospero, nel comune di Savigno (Bologna) sugli Appennini: sono aperte le iscrizioni.
* * *
3 agosto 2010 – Pove del Grappa (Vi). Ciro assieme ad Antonio e agli amici dell’ISCOS incontrano Giuseppe e conversano sui progetti in America Latina.
Antonio andrà poi in Bolivia assieme a Mario Vanin per visitare il progetto di Fiorenzo, Tierra prometida, che offre un sostegno scolare ai ragazzi di famiglie povere, e l’istituto Renacer, che si prende cura delle minorenni trattenute in custodia fuori del carcere.
* * *
22 agosto 2010 – Vo’ Euganeo (Pd). Non è una meta, e neppure la metà di un intero, è un numero pari, ma lega coi dispari, non è divisibile per nove, tiene uno zero come scudo, di spalle sostiene il gobbo; lo ha festeggiato Dino Mazzocco, assieme al fratello maggiore. A tavola c’erano amici e parenti: si alzavano i bicchieri al grido di: Amaro! Vuoi sapere che numero fosse? Non era un jolly!
* * *
27 agosto 2010 – Asiago (Vi). Convegno Se la democrazia non è pedagogia popolare, non esiste. Tre giornate in montagna, al fresco, lontano dall’afa delle città e delle basse pianure. Entrano lente le macchine sul lato sinistro di Villa Immacolata e parcheggiano sul retro. I partecipanti entrano a piedi nell’atrio, Vittorino li accoglie, Bertilla li accompagna nelle camere.
La sera del venerdì, dopo cena con dolce e frutta, Giuseppe introduce il tema con voce appassionata: si farà ancora la festa? Avrà un nuovo volto dopo ventidue anni di proposte? E prosegue: l’occidente langue e penosamente muore, e noi non riusciamo a uscire dalla peste che ci avvolge.
Cerchiamo altrove i responsabili, ma il male è dentro di noi. Non basta fare opere buone, è necessario vivere la pena dell’altro, che è anche la nostra pena. Solo allora scopriremo il bene comune, che non è il nostro comune interesse, ma si accende solo là dove l’ultimo alza il capo dalla disperazione. Al sabato ha parlato la professoressa Ilaria Vietina che ha affrontato il tema: L’umanità degli altri è nostra madre; i richiami che vengono dal mondo sono tanti, le grida e le urla ci incalzano. Sappiamo che la nostra umanità cresce nella relazione e sentiamo la frustrazione che le cose crescono nel lungo periodo e invece la necessità preme. Nel pomeriggio, ancora trafelato per il lungo viaggio che lo ha portato dalle terre di Lucca all’Altipiano di Asiago, parla il professore Roberto Mancini sul tema Le conseguenze politiche della speranza, che si nutre di responsabilità, e non è rassegnazione, perché allora il lamento sarebbe vigliaccheria; la vita non è un balcone sospeso sul nulla, ma è un intessere continuo di relazioni sul lavoro, con la cultura, nelle istituzioni. La mattina della domenica, dopo aver spezzato assieme il pane e la parola di Dio, chiude il convegno Carmine di Sante, teologo e biblista, sul tema Essere custodi della soglia, come la sentinella che custodisce la città, scruta i passi del nemico e pone lo sguardo oltre il recinto. Il tema interpella i nostri sguardi attenti, interroga i nostri governanti, ci scuote e ci sprona al confronto, ci invita a usare le parole per l’incontro e non per la guerra. Numerosi i partecipanti, dal centro e dal nord, e sono famiglie e coppie giovani e anziane, bambini e adulti.
* * *
4 settembre 2010 – Trento. Mosè e Chiara hanno raccolto attorno a sé parenti e amici nel convento dei Cappuccini di Trento, hanno conversato insieme agli invitati, cantato, raccontato relazioni antiche e nuove che il raccoglimento illuminava, parole affettuose, parole di intesa, parole di strada. Un bimbo saltellava sui gradini di legno antico per rompere la tensione, che si scioglieva in un canto corale. Poi il gruppetto dei convitati si inerpicava su per la gradinata, fino al campo del convento, per mangiare e bere in allegria le cose buone preparate dalle famiglie degli sposi.
Schio (Vi). Nello stesso giorno Silvia e Alessandro contraggono matrimonio nella sala comunale; sono scesi dai monti e dal piano, dalla penisola e dalle isole gli amici, i testimoni dalla Spagna di Zapatero, i parenti da ogni dove per partecipare all’evento del mese. I due piccoli d’amore guardano babbo e mamma che dicono parole scandite davanti alla signora con la fascia tricolore a tracolla, ascoltano le voci degli amici che incitano alla festa, si aggrappano alle nonne che piangono contente di tanto frastuono e intanto loro, i due piccoli d’amore, lamentano e piangendo accusano che per loro sul tavolo qualcuno ha preso il biscotto che avevano adocchiato molto prima, dal basso. Silvia e Alessandro sul ritornello bacio-bacio si abbracciano e la festa continua.
* * *
9 settembre 2010 – Castelbolognese (Ra). Umberto e Lidia partono per Rio de Janeiro per sostituire Giovanna Binotto, rientrata definitivamente in Italia, dopo due anni a dirigere la Casa di Accoglienza Maria Stoppiglia. Sono stati anni vissuti tra incontri splendidi e sorprese faticose. Con quello del presidente di Macondo e della Segreteria c’è il ringraziamento di tutti quanti l’hanno conosciuta e apprezzata. Non sarà facile dopo tanti anni vissuti all’estero riprendere il ritmo del lavoro e delle stagioni nell’Italia che cambia.
* * *
10 settembre 2010 – Bassano del Grappa (Vi). L’associazione La Formichina ha ospitato nelle case dei soci bambini e bambine del quartiere di Scampia (Napoli), accompagnati da suor Edoarda; scopo di tale attività è quello di creare un «gemellaggio sociale» e una vicinanza solidale tra le famiglie del bassanese e il quartiere di Scampia. L’associazione ha poi organizzato nella Sala Tolio la presentazione del libro Ali bruciate. I bambini di Scampia di Davide Cerullo.
L’autore presente ha raccontato la sua umana esperienza tra i bambini del quartiere, che lo ha spinto a scrivere un libro fatto con le mani e con il cuore. Giuseppe Stoppiglia, nella veste di moderatore del dibattito, ha parlato dell’importanza dell’adulto nell’educazione dei sentimenti del bambino e alla percezione della realtà. La partecipazione della città di Bassano non ha risposto all’importanza dell’evento.
* * *
15 settembre 2010 – Vicenza. Chiesa di Santa Maria in Araceli. Carlo ed Elisabetta Fenati celebrano i loro venticinque anni di matrimonio.
Sono presenti la figlia Laura, amici e parenti. Tre sacerdoti presiedono la cerimonia e conversano coi fedeli che intervengono a loro volta coi ricordi e gli affetti; Carlo prende la parola assieme a Elisabetta per tracciare momenti importanti di vita e ringraziare Dio e gli amici. Dopo la santa messa, nel grande coro retrostante l’altare, i convitati brindano agli sposi.
* * *
24 settembre 2010 – Bologna. Anche quest’anno presso l’Eremo di Ronzano, in via Gaibola 18, la Comunità dei Servi di Maria e l’Associazione Amici di Ronzano organizzano la tradizionale Festa dei Popoli. L’iniziativa, organizzata con il patrocinio del Comune e della provincia di Bologna, giunta alla quattordicesima edizione, ha per titolo Oltre la crisi – Un mondo per tutti. Il programma della manifestazione prevede tavole rotonde e seminari; tra gli ospiti: don Giuseppe Stoppiglia, Beatrice Draghetti, Tommaso Reggiani, Bruno Amoroso e Alessandro Alberani. Stoppiglia nella sua relazione I cristiani tra Dio e Mammona ha affermato che quando la ricchezza è prodotto di ingiustizia, esproprio della dignità dei poveri, non basta il buon esempio di un’austerità individuale, è necessario che la comunità, il popolo, la Chiesa accolgano la profezia che condanna la ricchezza iniqua come danno e peccato sociale, ed entrino in comunione di vita coi poveri.
* * *
26 settembre 2010 – Valle san Floriano, Marostica (Vi). Fino all’ultimo il tempo ha tenuto in sospeso la Marcia dei «Meninos de rua», che poi si è svolta nella cornice di una giornata luminosa e calda.
Hanno partecipato famiglie intere, coppie giovani e anziane, uomini e donne venuti da lontano e da vicino, dai monti e dal piano; pure due donne erano partite dalla Spagna, fagocitate poi dentro un corteo matrimoniale che le ha trattenute per simpatia e non più giunte a destinazione. Il nuovo presidente della Marcia dirigeva il gruppo degli organizzatori, compatto e scattante ai suoi comandi e agli sguardi; gli uomini e le donne addetti alla fornitura di panini per i marciatori tagliavano pane e salame a ritmo industriale, i punti di ristoro erano esuberanti di bibite, frutta e patatine, sulla pedana dei premi i gruppi della marcia premevano per raccogliere i trofei, mentre lo speaker inneggiava ai marciatori e introduceva le autorità che premiavano e benedicevano.
* * *
27 settembre 2010 – Pove del Grappa (Vi). Abbiamo avuto oggi la buona ventura di incontrare un prete «fidei donum», un missionario di Timor est, che prima ha vissuto trentasette anni in Brasile. Un uomo semplice e colto, padre Chico Moser, che porta il cognome di un grande corridore, che come questi guarda in avanti, senza sosta, senza cedere, mai. Vive in una terra lontana, su di un’isola piccola, sperduta, Atauru, dove condivide la vita coi settecento isolani e un altro confratello. Un uomo attento e vigile, sempre disponibile con le persone, sereno e affabile, vive in una terra battuta dalla guerra e dalla violenza; padre Chico alla sua venerabile età ha saputo apprendere la lingua locale, difficile e sconosciuta, per accompagnare le persone che vivono sull’isola e che cercano pace e benessere dentro una vita in pericolo.
* * *
30 settembre 2010 – Povolaro (Vi).
La signora Gabriella e alcune donne responsabili della catechesi invitano Giuseppe Stoppiglia a parlare alla comunità sul tema Emergenza educativa: la comunità è tale se educa alla comunione. Non basta lamentare la crisi dei giovani, la penuria dei valori, lo sbandamento delle famiglie; non basta dare il buon esempio o sciogliersi in novene: se la comunità non vive in comunione, i valori della giustizia, della solidarietà, le parole e i gesti si sciolgono nel vento e si perdono. C’era una attesa di maggiore partecipazione, ma vale la pena di insistere.
* * *
1 ottobre 2010 – Spinea (Ve). La comunità di Mira, in collaborazione con alcuni vicariati della zona, ha organizzato un ciclo di incontri. Oggi tocca a Giuseppe Stoppiglia, nell’Oratorio della parrocchia dei Santi Vito e Modesto, sul tema Pratica di libertà tra compito e responsabilità. Il relatore preferisce la parola Liberazione al posto di Libertà, che è un processo faticoso, si costruisce su relazioni nuove, in cui i compiti precedono i diritti e la responsabilità verso l’altro precede la libertà individuale. Per questo tutti i processi di riscatto dall’alcool, dalla droga, dal crimine richiedono un intervento della società e della politica non a margine dei programmi, ma a partire dal senso del limite, che attraversa ciascuno di noi, coinvolti quindi non solo nelle buone azioni, ma nello sforzo di migliorare le condizioni di vita degli umani. Poche le presenze all’incontro, indice di una società distratta.
* * *
2 ottobre 2010 – Ferrara. Redazione di Madrugada. Stefano coordina le attività del gruppo redazionale. Lunga discussione sulla rubrica dei libri, per la scelta dei testi e per la grafica.
Si passa poi all’impianto dei prossimi monografici: «l’unità d’Italia» e «il corpo» vengono presentati dai relatori che si sono fatti carico del compito loro assegnato.
* * *
4 ottobre 2010 – Bassano del Grappa (Vi). L’Associazione Italiana Soccorritori di Bassano del Grappa invita Giuseppe Stoppiglia presso la sala della farmacia comunale in via Cà Dolfin, sul tema Volontariato e solidarietà. L’associazione svolge varie attività: corsi di primo soccorso, trasporto anziani, assistenza in manifestazioni sportive.
Questa sera sono molte le persone che partecipano, anche se l’ora è tarda e fuori piove. L’oratore invita i presenti a dare un senso non solo individuale alla loro attività, a sentirsi partecipi di una rete sociale che si costruisce nella comunione esistenziale di valori condivisi, in cui il bene comune viene prima della soddisfazione dei bisogni.
* * *
7 ottobre 2010 – Comacchio (Fe). Gli amici di Macondo presentano a palazzo Bellini il libro di Giuseppe, Piantare alberi, costruire altalene. Giuseppe Cavalieri introduce l’incontro, presenta il tema e i due relatori: Andrea Gandini che parla della situazione italiana e ferrarese, e illustra l’importanza della figura di Giuseppe, maestro di vita, che scrive cose con respiro universale, che il tempo non invecchia e ha la capacità di una scrittura che prende il cuore e la mente. Daniele Lugli di Giuseppe suggerisce che è un insegnante, perché segna il percorso educativo, senza la pretesa di dare risposte definitive. A nome del gruppo ecologista di Comacchio interviene Francesca Cavalieri, che esprime il disagio di una fascia d’età assorbita in una comunicazione virtuale che spegne la relazione tra le persone.
Conclude l’autore indicando le tappe del libro: l’infanzia e la gratuità, la comunità educante che accoglie il bambino e l’anziano e nutre la speranza anche là dove tutto richiama al pessimismo; per questo è necessario cominciare da noi e guarire dall’odio e dall’indivia che bruciano dentro di noi, che odiamo l’altro e respingiamo lo straniero.
* * *
16 ottobre 2010 – Malfolle, Marzabotto (Bo). L’associazione Interculture, che produce la rivista omonima, raccoglie in cima al monte il comitato scientifico della rivista per ragionare sui contenuti e sulle modalità della comunicazione e della distribuzione.
L’attività è poi continuata anche la domenica con l’intervento della signora Kalpana Das, che ha aperto il ciclo di formazione all’interculturalità per i soci di Interculture. La rivista, nata sul solco della rivista canadese e sulle orme di Panikkar, in questi brevi anni, grazie all’attività di don Arrigo e del professor Amoroso, coadiuvati da alcuni soci, va assumendo una sua struttura autonoma, con contributi che provengono anche dall’Italia.
Padova. Nella Scoletta del Carmine convolano a nozze Stefano Iazzolino e Claudia. La sposa, in bianco, con lungo strascico; lo sposo, in nero, l’attende ai piedi dell’altare della chiesetta, piccola, ma carica di storia e di arte. Gli sposi presentano i parenti e gli amici; i testimoni raccontano del loro legame con gli sposi. La madre dello sposo legge commossa un lungo messaggio che parte dal cuore. Dopo la benedizione del sacerdote don Giuseppe, gli sposi si baciano, i presenti battono le mani allegri e commossi. I nipotini corrono per la chiesetta, inseguiti dai nonni, che intanto passano il fazzoletto sul viso.
* * *
17 ottobre 2010 – Nove (Vi). Petra e Alessio Dalla Gassa portano a battesimo la piccola Luna, nata a Stoccolma, dove vivono i genitori, che si sono incontrati in Svezia e conosciuti durante l’anno dell’Erasmo. C’erano anche i genitori di Petra, che pur non comprendendo la lingua italiana, hanno seguito con commozione la cerimonia e il clima affettuoso che ha accompagnato il rito celebrato da don Giuseppe. La cerimonia poi si è sciolta nel banchetto, dove amici e parenti hanno mangiato e conversato in lieta compagnia, tra voci che passavano dal dialetto all’italiano, all’inglese, allo svedese, al finnico. Evviva la vita!