Macondo e dintorni

di Farinelli Gaetano

4 maggio 2012 – Mogliano Veneto (Tv). Incontro organizzato dal sindacato degli alimentaristi Fai-Cisl sul tema Fare sindacato. Il nostro presidente affronta l’argomento dell’educazione sociale. Non si può fare sindacato se non c’è un’anima appassionata per la vita sociale. Il sindacalista non è una professione, non si accontenta di conoscere le regole e le norme, le strategie e le tattiche; non gli basta conoscere i contratti, ma gli si richiede uno spirito attento ai bisogni e alle aspirazioni della società. Tenere i piedi sul presente e avere un orizzonte aperto al futuro delle generazioni; attento a chi sta dentro e fuori del mondo del lavoro.
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5 maggio 2012 – Padova. Chiesa di Santa Caterina, antica, ornata di affreschi, curata dal Centro Universitario di Padova. La piccola Sara esplora il luogo sacro con curiosità, gioca con gli altri bambini, richiama l’attenzione dei nonni, mentre i sacerdoti sull’altare, coi parenti e gli amici attorno, leggono le parole del rito e commentano le sacre letture; al momento dell’abluzione battesimale, mamma Anna raccoglie la piccola Sara tra le braccia, papà Alberto la colloca sul catino del battistero mentre il sacerdote versa sul capo di Sara l’acqua santa e l’accoglie nella comunità cristiana. Si rallegrano i fedeli e battono le mani per la piccola, che sorride sorpresa.
Bologna. L’associazione Macondo Suoni di Sogni organizza in piazza Maggiore a Bologna la seconda edizione della Skarrozzata, una passeggiata non competitiva in carrozzina, aperta a disabili e non, per mostrare le barriere architettoniche che i diversamente abili debbono ogni giorno affrontare. La manifestazione ha avuto come ospite d’eccezione Alessandro Bergonzoni; gli sponsor hanno messo a disposizione quaranta carrozzine da «provare» sul percorso tra piazza Maggiore e piazza Santo Stefano.
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6 maggio 2012 – Padova. Sulla linea del telefono si rincorrono le voci.
Le mille voci che lei ascoltava, raccoglieva e consegnava. Erano voci incerte, affrettate, voci aggressive, dolci, voci incomprensibili, scusi: mi ripete per favore, voci nascoste, senza nome, voci usuali. E lei dietro la cornetta, le dita sui pulsanti, consegnava la voce al destinatario; e intanto passava un collega, entrava un operaio, un impiegato, un’amica: «Ciao, Lori». Adesso le voci si fanno tristi. Lori se ne è andata, partita; ma dove? Lori non c’è più. Quel volto dolce, luminoso, non risponde al saluto. Neppure alle parole di chi l’ha amata e ancora la tiene in cuore.
Dopo 45 anni di lavoro alla Fim Cisl di Padova, Lori si è spenta. Sul suo tavolo un mazzo di fiori, la medaglia di «Lavoro e progresso» della Camera di Commercio di Padova e una breve epigrafe: Lori Polito in Petron non è più tra noi. Qualcuno le passa accanto, mima il saluto, il «Ciao, Lori» di sempre, ha un sussulto, appoggia la mano sul tavolo, rammenta e sorride.
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7 maggio 2012 – Pove del Grappa (Vi). Si riunisce il Comitato della festa di Macondo, sotto la direzione di Gianni Castellan. Gaetano presenta il programma del convegno, poi vengono distribuiti i compiti per l’allestimento e la definizione dei servizi.
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10-11 maggio 2012 – Bologna. Due splendide serate di concerto (pianoforte, archi, voce, tromba) per inaugurare il nuovo Auditorium della multinazionale FAAC, sponsorizzato dalla stessa e da altri enti: il ricavato viene devoluto per finanziare i progetti di Macondo già in atto (in Italia e Brasile) e un nuovo progetto di formazione lavoro per giovani ragazzi/e provenienti dalla favela, onde superare condizioni di miseria e prevenire la dispersione scolastica e l’uso e abuso di sostanze. L’evento sta a dimostrare che anche il mondo capitalista può credere e investire in attività senza scopo di lucro.
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13 maggio 2012 – San Nazario (Vi).
È scesa da Riva presso Chieri (To), dove fanno un buon gelato, producono asparagi verdi e si possono gustare preziosi tartufi che insaporiscono carni e tagliatelle, la famiglia Mazzocco Dino ed Elena, per battezzare il piccolo Luca assieme ad amici e parenti. In chiesa, ad accogliere il corteo, stavano i santi patroni, gli angeli custodi e i sacerdoti, in fondo alla navata; presso il presbiterio l’orchestra inviava un effluvio di suoni e di voci; immerso nell’acqua abbondante, il piccolo Luca ha sorriso e gli amici in chiesa hanno battuto le mani, mentre una voce di donna cantava accompagnata dai violini e dal piano. Gli angeli si sono rannicchiati tra gli stucchi della navata per vedere e ascoltare.
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18 maggio 2012 – Castelfranco Veneto (Tv). Antonio Bolzon, dopo tre mesi di permanenza e lavoro presso l’ospedale di Kabala, in Sierra Leone, è tornato in Italia; in questo periodo ha collaborato al progetto Microcammino di Peter. Di lui piace ricordare gli episodi che ha raccolto nelle sue lunghe lettere dall’ospedale, gli incontri, le riflessioni, la difficoltà e insieme la duttilità ad ascoltare i tempi degli altri e le modalità. Sono oramai tanti che da Milano e dalla Toscana partono per collaborare al progetto di Peter, che quest’anno conclude il suo mandato politico di governatore del distretto di Koinadugu.
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20 maggio 2012 – Utopia (il paese che non c’è). Prima comunione dei ragazzi e delle ragazze della scuola steineriana di Treviso. Hanno fatto ingresso nella piccola chiesa vestiti di bianco, si sono sistemati nei banchi accanto ai genitori con un brusio festoso. Sotto la direzione della maestra, hanno cantato e recitato in italiano e in aramaico le melodie sacre. Uno per uno hanno alzato al Signore le preghiere con le parole di mamma e papà. Alcuni di loro hanno ricevuto l’acqua del battesimo; poi tutti insieme si sono avvicinati all’altare per partecipare alla prima comunione, in memoria dell’ultima cena di Gesù.
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26 maggio 2012 – Lido degli Estensi (Fe). La parrocchia del Lido, in occasione del cinquantesimo anniversario di costruzone della chiesa, organizza un convegno su Spiritualità e territorio. La chiesa nella pineta, dedicato anche all’architetto Saul Bravetti, che l’ha costruita. Su invito dell’architetto Guido Zarattini partecipa al convegno Giuseppe Stoppiglia, che affronta il tema La spiritualità del paesaggio, che è l’anima del territorio, su cui intervengono la società e la politica in una complessità di relazioni, che raccolgono le relazioni umane e cosmiche. Non esiste una spiritualità astratta, ma esiste o si costruisce un senso del vivere a partire dalla terra che si occupa, in cui si vive. Oggi il territorio è un campo di scambio delle merci e i cittadini sono dei transitanti, legati alle merci stesse. Per questo gli uomini cercano la spiritualità del territorio, che si è smarrita, dispersa.
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2-3 giugno 2012 – Bassano del Grappa (Vi), Istituto Graziani. Ventiquattresima festa nazionale di Macondo.
Con dei triangoli che richiamano l’Attenti! del tema, viene addobbato l’auditorium. Dietro il tavolo della presidenza due lunghe strisce che scendono dal soffitto raccolgono il titolo del convegno: Attenti alle utopie, perché esse avvengono. La serata del sabato è dedicata alla parola: Il linguaggio è un luogo dove si giocano le grandi domande; introduce la serata Farinelli, cui fa seguito il presidente, custode della soglia, di un’associazione, Macondo, che ancora mantiene l’obiettivo dell’incontro con l’altro.
Prende la parola Pietro Barcellona: trovare il luogo della parola; della parola che corrisponde alle cose, e non parola vuota di senso e di sentimento; perché chi parla dice cose se è spinto dal sentimento. Fa seguito Angela Giuffrida, docente di filosofia: la nostra società è il luogo della finzione, dove si pronunciano ideali di giustizia e intanto prevale la sopraffazione sulle persone, che subiscono l’angheria dei più forti, nelle strutture dominate dal maschio. Segue Carlo Freccero, docente in scienze della comunicazione: la televisione ha avuto un ruolo importante, centrale nella comunicazione; la domanda è ora se, a fronte dello smarrimento della dirigenza, che parla un linguaggio sospeso nel vuoto, la televisione riesca a cogliere il cambiamento, a condurlo ed esplicitarlo. Conclude la serata Alessandro Bergonzoni che esordisce: dobbiamo fare il voto di vastità, perché noi siamo corti e superficiali, vediamo le cose solo per disperazione e non per rivelazione; non sappiamo togliere il velo sul mistero della vita, della morte, del bene e del male. Solo la tragedia apre i nostri occhi. Non sappiamo usare le parole per conoscere, ma per distrazione.
Numeroso il pubblico già la sera.
Attento alle parole e alle sospensioni. Quando l’ultimo relatore chiude, gli uomini di CapoGianni tolgono i tavoli dalla pedana, e il piano viene invaso in verticale dal corpo di ballo che sale da Palermo: sono i ragazzi e le ragazze di Pazoll Crew che danzano e ritmano una danza di strada, con la forza e la bellezza che solo la giovinezza contiene e trasmette.
La festa continua domenica. Nella prima ora del mattino si raccolgono sotto i gazebo le associazioni, poi arrivano a gruppetti, alla spicciolata i partecipanti, infine i testimoni. La sala si riempie. Il presidente dà la parola a Matteo Giorgioni, che racconta la sua lunga esperienza in Brasile.
Intanto la sala è gremita e prendono la parola i testimoni. Oggi a tema ci sono Le utopie. Prende la parola Luiz Alberto Gómez de Souza che racconta la storia del Brasile degli ultimi anni, anni di lotta e di resistenza, di clandestinità e di prigionia, anni che si sono aperti oggi alla democrazia e al progresso, che hanno generato uomini nuovi a reggere il loro paese. Segue la signora Claire Anastas, cristiana palestinese, che racconta la resistenza e il coraggio della sua famiglia, incapsulata nel muro che separa la striscia di Gaza da Israele, a vivere giorno dopo giorno a contatto forzato con l’esercito, che custodisce e invade ogni loro spazio. Adesso il presidente introduce l’algerino Karim Metref, che racconta la sua condizione di esiliato in Italia, una condizione legata alla storia della sua famiglia, al nonno in particolare, che ha ricevuto una educazione in parte berbera e in parte francese, e dunque un uomo che pur non condividendo appieno il dominio francese, era critico nei confronti di certe usanze berbere; una condizione che si ripete oggi per il testimone Karim, che si trova a contestare certe forme di nazionalismo che attraversano il movimento berbero del suo paese. È poi la volta di Carla Osella, suora orsolina, che condivide la sua esperienza e le sue lotte assieme agli zingari ed è presidente dell’Associazione nazionale Zingari oggi; e afferma che del popolo dei sinti, coi quali vive, si parla solo per rimarcarne i difetti e non gli aspetti positivi, e dei loro mali si scrive, ma per indicarli responsabili della loro condizione sociale. Segue Tito Barbini, trentacinque anni passati nelle istituzioni di Toscana, poi scrittore e viaggiatore, che racconta la storia di don Patagonia, un missionario che ha vissuto per anni a contatto coi nativi della Patagonia: don Alberto Maria De Agostini, prete salesiano, che ha lasciato tracce profonde nella Terra del Fuoco. Conclude Giuliana Musso, attrice, scrittrice, che mette da parte le grandi utopie e si fa interprete di una piccola storia, l’avventura di Aurora, una donna di cinquant’anni, piccola, occhi neri, madre e nonna, che senza fondi e sovvenzioni si è fatta promotrice coi soldi suoi di un’attività teatrale, dentro una vecchia villa di Montevecchio, in cui chiama attori e artisti che rispondano al suo progetto di cultura viva, popolare, che diventa una scuola per quanti del paese di Montevecchio di Cagliari e altrove, vogliono avvicinare il teatro.
Ed è una piccola utopia che funziona, grazie all’estro di Aurora, ai suoi collaboratori Ilenia e Pulce e alla partecipazione di attori e spettatori nella sala della villa, che può ospitare fino a settanta persone, che dopo lo spettacolo mangiano, bevono, discutono e poi, se vogliono, pagano.
Chiude la mattinata il balletto, che scuote le membra stanche, e fa vibrare le menti assonnate, dopo la maratona del mattino. La mensa è già pronta, i camerieri sono al lavoro.
Il servizio è veloce ed efficiente è la mensa sotto l’occhio vigile di Raffaella; nel cortile le associazioni sono al lavoro, espongono i loro progetti e le loro merci. Attorno brulicano uomini, donne e bambini.
Nel pomeriggio si celebra la messa nell’auditorium affollato; presiede la celebrazione don Sandro Ferretto, proveniente dal Kenya dove svolge servizio pastorale nella comunità di Nyhaururu. L’omelia è tenuta da don Alessandro Santoro, pastore della comunità Le Piagge e riporta subito le parole di Gesù dentro la nostra vita sociale e personale; e comportano un cambiamento nel nostro modo di avvicinarci al Maestro. Dopo la messa inizia la musica che accompagna il commiato, gli abbracci degli amici e delle amiche che insieme hanno vissuto un momento di impegno e di libertà.
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9-10 giugno 2012 – Arezzo, Quarata, La Rondine, Cittadella della Pace.
Parte da Milano, dalla casa della carità la proposta di fare rete, di costruire un laboratorio di elaborazione politica e di formazione. Dopo alcuni incontri a Milano, l’idea si sposta in Toscana. Ospiti della Rondine, che raccoglie studenti che provengono da zone di guerra civile, l’incontro è diretto da Benito Boschetto, che introduce; da Silvano Magnabosco, che offre uno schema generale di discussione. Partecipa all’incontro don Virginio Colmegna. Alla proposta ha aderito fin dall’inizio anche Macondo, che in questi giorni è presente con una delegazione di due persone, Andrea Agostini e Gaetano Farinelli.
Alla discussioni tutti partecipano con passione; sono presenti anche alcuni giovani.
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13 giugno 2012 – Castelfranco Veneto (Tv). Fiori d’arancio, fiori di campo. Si sposano Raffaella Bertolo e Sandro osteopata (non è il suo cognome). Nella grande sala principesca del municipio, il sindaco, coadiuvato dalla segretaria, dà l’avvio alla procedura dell’accoglienza e del consenso. Gli sposi sono emozionati (si dice così? Ma pare che sia così, anche se non manca quel tocco di ironia, che sottolinea la sobrietà degli affetti); anche i parenti, la mamma della sposa, i genitori dello sposo, sono tesi e contenti (spunta una lacrima sul viso). Ci sono due fotografi o tre che scattano o lampeggiano in simmetria, in un gioco complicato di specchi e stacchi. Giuseppe, a conclusione del rito, compone due parole di riflessione sul senso del matrimonio, sulla fine dei simboli e sul bisogno di recuperarli da parte della comunità. Ora gli amici battono le mani, si scambiano abbracci, volano parole emozionate, affettuose, sensitive, che contengono nuvole dense di affetto e di stima.
Sassuolo (Mo). Corre il tempo, viaggiano le merci, e fuori pacco anche le persone. Giuseppe è stato invitato dal Circolo del Parco Amico di Braida a presentare il suo ultimo libro Piantare alberi e costruire altalene. È un parco vivo, frequentato da decine e decine di famiglie, provenienti da paesi lontani, in un miscuglio di voci e di colori. In un angolo del parco adibito alla bisogna introduce Sergio Anceschi davanti ai quarantotto partecipanti sotto il chiarore delle stelle. Poi è la volta di Nadia Francia che traccia un affettuoso profilo dell’ospite silente.
L’autore, infine, prenderà spunto dal libro per parlare della famiglia, dei padri, del diaframma che separa le generazioni, del ruolo della donna, della scuola e di altro. Intanto ai quarantotto si è aggiunta qualche ombra notturna e tutti insieme battono le mani al maestro che si è circondato dei giovani presenti all’incontro.
Dopo la conversazione il circolo ha preparato una cena, cui è impossibile sottrarsi, per affetto e per i profumi.
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15 giugno 2012 – Vicenza, chiostri di Santa Corona. È stata una bella sorpresa incontrare all’interno della proposta Libriamo il professore e amico Luigi Zoja che, prendendo spunto dal suo libro Paranoia, rispondeva alle domande del pubblico e all’incalzare del conduttore e portava, ad esempio di paranoia, l’America del dopo attentato alle torri, la ricerca di armi nucleari in Iraq; le figure paranoiche di Stalin, di Hitler; di Mussolini no, ché non era paranoico.
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22 giugno 2012 – Bologna. Molti volontari e soci di Macondo Suoni di Sogni, sotto la direzione artistica del presidente Matteo Giorgioni, hanno preso parte all’organizzazione dello stand giovani presso la festa dell’Unità Reno-porto di Bologna fino all’undici luglio; durante le venti serate sono stati menzionati i progetti in Brasile e proiettati cortometraggi della favela, per sensibilizzare la cittadinanza sui temi della povertà, della condivisione, del rispetto della diversità, sull’importanza della relazione oltre che dello scambio con realtà diverse dalla nostra. Sono emersi contrasti e differenze, fonte di discussione e crescita culturale.
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23 giugno 2012 – Pove del Grappa (Vi). Nel raccoglimento della chiesa di san Vigilio è arrivato Francesco, accompagnato dai genitori Chiara e Tomas Morosinotto, dai nonni, dal padrino e dalla madrina, cui si aggiungeva una carovana di amici e parenti senza cammelli, sostituiti provvisoriamente dai cavalli meccanici, atteso in cima all’altare da un vecchio zio dalla barba folta di tre generazioni, coadiuvato da uno zio di legno di pioppo. Francesco è stato battezzato tra canti di gioia e battimani, benedetto dal santo patrono che sorrideva dal profondo dell’abside.
Poi in lieta compagnia i convitati hanno rallegrato la mensa sotto la betulla e l’albicocco.
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8 luglio 2012 – Semonzo di Borso del Grappa (Tv), chiesa parrocchiale.
Don Giovanni Bellò fa ingresso nella navata principale della chiesa che brulica di fedeli convenuti da molte parrocchie; saluta, abbraccia, si commuove, esorta alla preghiera e alle buone intenzioni. Giuseppe nell’omelia traccia un profilo del sacerdote e della sua funzione, rammentando la fervida devozione e l’irruente umanità di don Bellò, che oggi celebra cinquant’anni di ordinazione sacerdotale. Seguono i saluti, le memorie di quanti hanno condiviso il suo lungo ministero. Il coro, composto da quattro generazioni, canta sotto la direzione ora di un maestro ora di una donna maestro. Tra i battimani don Giovanni benedice la folla e invita al banchetto nella sede degli alpini.
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13 luglio 2012 – Magasa (Bs), località Denai. Anche quest’anno è stato realizzato il campo formativo per adolescenti, nella splendida cornice di una malga a 1300 mt. di altitudine, tra Lombardia e Trentino Alto Adige, a pochi passi dai laghi di Valvestino, Garda (Salò) e Idro. Il gruppo di ragazzi, curiosi, vivaci, affiatati ed entusiasti, sotto la supervisione degli educatori Matteo Giorgioni, Lisa Frassi, Elia Peveri, Francesco e Celeste Panico e per la prima volta in veste di educatrice ai campi di Macondo, Laura Mondin, hanno realizzato escursioni, attività ludiche e formative, giochi per incrementare la fiducia negli altri, laboratori di yoga, di karatè e di cucina. Il tutto per valorizzare i cinque sensi, l’importanza del silenzio, la scoperta di un tempo umano e l’ascolto di sé, per scoprire la relazione con l’altro, nell’eliminazione del troppo e del superfluo.
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26 luglio 2012 – Bologna. Festa di Macondo Suoni di Sogni. Clima più intimo nella festa di quest’anno che ha contato la partecipazione di circa 270 persone tra soci e pubblico; l’incasso degli ingressi e della cena, oltre che delle offerte libere, è stato devoluto all’associazione LIVET Emilia, nata in seguito ai recenti terremoti dell’Emilia, per sostenere gli sfollati e alleviare i danni creati dal sisma.
Hanno partecipato artisti di Bologna, il duetto d’archi, il gruppo Samsara, un mago illusionista, il gruppo rap Gardens abitudineri e altri musicisti e la coppia Matteo e Lisa; hanno lavorato tutti gratuitamente per Macondo e per l’associazione LIVET Emilia. Tra gli ospiti d’onore Giuseppe Stoppiglia.
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27 luglio 2012 – Cinto Euganeo (Pd). Di ritorno da Bologna, dopo aver visitato a Ferrara Andrea Gandini e il parco scuola dell’associazione Terraviva, frequentato durante l’estate da centinaia di bambini che apprendono i processi vitali della natura, delle piante e degli animali, ci fermiamo la sera nella sala consigliare per l’incontro preparato da Antonio sul tema delle utopie, che riprende la riflessione della festa di Macondo.
Introduce Ivano Spano, che tratteggia la situazione attuale dal respiro corto per quanti si impegnano nell’attività sociale e politica; Giuseppe prende atto della situazione e presenta l’utopia non tanto come un luogo da raggiungere, ma come una forza che ci spinge a camminare; e non sappiamo a che cosa ci porterà. Pochi i presenti, forse l’inizio delle Olimpiadi, forse la divisione che l’era berlusconiana ha creato tra gli italiani e che raggiunge anche i piccoli comuni; pochi, ma desiderosi di camminare e andare avanti.
Bologna. Chiara Pedrazzini e Celeste Pacifico partono per il Togo, in visita all’associazione AIDE. Arrivano all’aeroporto di Lomé, si aggirano per i lunghi corridoi, planano nelle grandi sale, si perdono negli anfratti degli orari e nelle file delle coincidenze; finalmente raggiungono le bocche dell’uscita dell’aeroporto dove le attende la signora Kekeli, presidente dell’associazione AIDE, presso la quale le due donne si fermeranno per una settimana, ospiti e amiche.

Gaetano Farinelli con la collaborazione di Lisa e Matteo Giorgioni