Perché mamma e papà mi sgridano sempre?

di Buccoliero Elena

Litigare stanca. I bambini della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo “C. Govoni” di Ferrara, che da oltre dieci anni scrivono desideri e preoccupazioni alla maestra Renata Cavallari nel progetto C’è posta per Re, ne parlano spesso.
Tra tutti i contrasti, i più importanti sono quelli con i genitori. «Mia mamma ieri si è arrabbiata tanto» – racconta Marco, classe prima. E un coetaneo: «Ieri sera io e mia mamma ci siamo molto litigati».
È specialmente la mamma a essere citata come quella con cui si trascorre buona parte della giornata e ha il compito di far valere le regole familiari, ma non mancano richieste di aiuto su come calmare i rapporti con fratelli e sorelle, o su come evitare le ramanzine di papà.
«Perché mamma e papà mi sgridano sempre?» – domanda Federica, una piccolina di sei anni. Le sue semplici parole non sono troppo diverse da quelle di Lorella, 11 anni: «Volevo chiederti come potrei fare a non litigare con mia mamma».
Anita, 9 anni, sente di subire un’ingiustizia incomprensibile: «Mia mamma butta sempre i disegni che le faccio, cosa posso fare perché non me li butti più?». Per altri versi anche Francesca, 8 anni, quando scrive: «Cara Renata, io quando faccio male a mio fratello mia mamma mi sgrida, e invece quando mio fratello mi fa male mia mamma dice che non sono affari suoi».
Una differenza come questa è proprio un’ingiustizia fatta e finita, ma a volte ci sarebbe bisogno di capire l’origine di una sgridata, per imparare a comportarsi bene, e le spiegazioni non vengono, anzi i genitori sembrano comportarsi in modo incoerente, o quantomeno indipendente dai comportamenti dei bambini. Se ne lamenta Carlotta, dieci anni: «Cara Renata ti scrivo perché mia mamma si arrabbia con me anche per delle banali cose tipo perché ho dimenticato la luce accesa mi urla o anche se litiga con il papà mi mette in mezzo. Invece in certi momenti è felice e non riesco a capire».
Filosoficamente il compagno Antonio, stessa età, riporta tutto in una cornice più serena: «Io litigo con mia madre e spesso con mio fratello perché non ci vado d’accordo per molte cose, e sono sicuro che anche tu ci sei passata a una certa età» – scrive il bimbo all’insegnante.
Certo, risolvere i problemi sarebbe più semplice se ci fosse ascolto. Al contrario, anticipando quello che probabilmente tra qualche anno questi stessi bambini si sentiranno ripetere dai genitori, in diversi scrivono messaggi come questo di Aurora, 8 anni: «Come faccio con la mamma che sta sempre attaccata al telefonino, dimmi te». O come Vittorio, 7 anni: «Cara Renata, io vorrei che mia mamma non stesse tutto il giorno attaccata al telefono e che quando le parlo lei mi ascolti».
Se non bastassero gli inciampi nei rapporti diretti, ci sono quelli a cui tocca assistere, ugualmente defatiganti. «In questi giorni mio fratello e mia mamma litigano sempre e a me dà fastidio, vorrei rilassarmi un po’. Come faccio a rilassarmi?» – chiede Martina, 9 anni. Oppure Anna, stessa età: «Mia mamma ha chiesto a un suo amico di lavoro se la può aiutare però litigano sempre e mi dà fastidio, cosa posso fare?».
Naturalmente ci sono i litigi tra i genitori, quelli quotidiani o quelli davvero seri, come nel caso di Gilberto, 7 anni, che vorrebbe rimediare la situazione e non sa come comportarsi, perciò lo chiede all’insegnante: «Mamma e papà rischiano di lasciarsi, come faccio?». Alle separazioni seguono a volte nuove relazioni, parrebbe tutto risolto e invece…
Ascoltiamo Debora, 7 anni: «Lo sai che i miei genitori sono separati? Mia mamma si è innamorata di qualcun altro che adesso vive con noi, solo che mia mamma litiga sempre e a me dà fastidio».
Oppure, Tommaso, 9 anni: «Cara Renata lo sai che domenica era il compleanno di mia mamma ed è stata la giornata più brutta perché il suo fidanzato l’ha lasciata?». È palpabile il dispiacere del bambino per questa festa saltata, indipendentemente dal fatto che la mamma sia triste per un uomo che non è il papà.
Bisogna dire che certe volte le separazioni tra i genitori hanno qualche risvolto positivo. Beatrice, 10 anni, in assenza del padre vive una maggiore intimità con la mamma. «Sai che io, mio fratello e mia mamma, da quando è andato via il papà dormiamo nello stesso letto, la mamma e il mio fratellino nel lettone e io nel lettino?».
E, a volte, i nuovi incontri possono avere un carattere riparativo dopo esperienze difficili pregresse, come fa intendere Ana, 10 anni: «Cara Renata, grazie per le tue lettere, mi fanno sentire molto bene e le tue preziose parole mi alzano molto il morale. Grazie che pensi a me. Purtroppo la mamma non ha amici e adesso fa tanti sacrifici per me. Ti devo dire una cosa importantissima… stasera è venuto un amico di mia madre, che sa la situazione e quando è andato via mi ha dato un bacio sulla fronte e allora ho sentito un caloroso abbraccio e ho pensato a mio padre che quando è andato in Inghilterra non mi ha nemmeno abbracciata». Qualche volta gli abbracci ricevuti rendono più consapevoli della mancanza di altri, che spettavano, come quello di un “vero” papà, eppure è bello che Ana senta quel calore e lo accolga come un dono buono.
Anche con queste mamme presenti e nervose, in qualche momento si ritrova la quiete e si ridimensionano i problemi, come afferma Camilla, 7 anni: «La mia mamma a volte dà delle belle sgridate e fa molte discussioni ma è sempre buona!».
In fin dei conti, non ci si può lamentare. Scrive Laura, 9 anni, con un andamento che fa pensare a una filastrocca o a una formula magica: «La mamma sì sì fa tante cose belle, la mamma sì sì coccola molto il suo bambino e la sua bambina».

Elena Buccoliero

sociologa, componente la redazione di madrugada (con la collaborazione dell’insegnante Renata Cavallari e degli alunni della scuola primaria dell’Istituto Comprensivo “C. Govoni” di Ferrara)