Tra Dio e il mondo

di Bertin Mario

Raimon Panikkar a un anno dalla morte

Raimon Panikkar è uno dei maggiori pensatori e testimoni del nostro tempo che, come ha scritto Achille Rossi, ha fatto della ricerca di ricomporre le molteplici dimensioni della realtà non solo il suo impegno di vita, ma anche il nodo centrale del suo lavoro teoretico.

Raimon Panikkar, nato nel 1918 a Barcellona da padre indiano, di religione indù, e da madre catalana e cattolica, ha condotto i suoi studi in Europa e in India, caratterizzandosi fin dalla giovinezza per la sua doppia appartenenza all’Occidente e all’Oriente. Egli stesso, molto più tardi, sosterrà di essere arrivato alla confluenza di quattro correnti culturali e religiose (la indù, la cristiana, la buddhista e la secolare) e di non averne mai tradita nessuna.

La sintesi la troverà nel Cristo, nel quale c’è la pienezza di tutta la realtà e di tutte le rivelazioni.

La sua formazione – scientifica (era laureato in chimica), filosofica e teologica – bene prefigura l’unità del cosmo, dell’umano e del divino (la visione cosmoteandrica) che rappresenterà il punto culminante della sua riflessione, i tre elementi che egli si sforzerà di far convivere nella teoria e nella pratica.

Nel 1946 viene ordinato sacerdote.

Dopo alcuni anni fondamentali di esperienza mistica, passati nella povertà più estrema in un piccolo tempio indù e nelle grotte alle sorgenti del Gange, viene catapultato nell’insegnamento universitario, che si svolgerà nelle più prestigiose università americane, europee e indiane. Questo intreccio farà di lui un pensatore di vastissima cultura, che domina ventuno lingue, autore di una cinquantina di libri, che attraversano tutte le grandi tradizioni culturali per approdare a sintesi inattese e vertiginose che toccano le questioni fondamentali di Dio, dell’uomo, del cosmo, tracciando percorsi nuovi alla ricerca della verità, in una inedita visione organica della realtà. Ma soprattutto farà di lui un mistico immerso in una realtà (la realtà tout-court), in cui l’ordine dell’umano non è più separabile dall’ordine del divino.

Nelle poche pagine di questo inserto che Madrugada gli dedica, a un anno dalla sua morte, che ebbe luogo il 26 agosto 2010 a Tavertet, un piccolo villaggio di montagna a due ore di macchina da Barcellona, vengono soltanto tratteggiati, nelle loro linee essenziali, alcuni temi della sua vasta riflessione.

Cenni bibliografici

La casa editrice Jaka Book ha in corso di pubblicazione l’opera completa di questo uomo straordinario. La cura Milena Carrara Pavan, che è stata il suo ponte con l’Italia. Con lei ha pubblicato, nelle edizioni Servitium, un piccolo bellissimo libro sul pellegrinaggio che fecero insieme al monte Kailaïsa, la montagna sacra di molte religioni orientali (e sul monte niente…).

Noi, qui, ci limitiamo a segnalare tre libri che costituiscono tre sintesi e introduzioni – tre porte -, molto diverse tra loro, ma che tra loro bene si integrano, al pensiero di questo gigante della nostra epoca.

Del primo di questi libri è autore Raffaele Luise, decano dei vaticanisti Rai e informatore religioso del Giornale Radio Rai. Si intitola Raimon Panikkar, profeta del dopodomani (Edizioni San Paolo, 2011) e si presenta nella forma di un romanzo. È però il frutto di una lunga e profonda frequentazione dell’autore, che qui indossa le vesti di un giovane discepolo, con il vecchio mistico della montagna. È un libro che, attraverso un intenso dialogo tra discepolo e maestro, apre, nella rigorosa trascrizione del suo pensiero, prospettive abissali e dirompenti in una scrittura di una sensibilità preziosa, che coinvolge e contagia anche emotivamente il lettore, il quale non può non lasciarsi trascinare dalle parole, che appaiono straripare da una pienezza di vita interiore. Il lettore si accorge che le parole qui fanno tutt’uno con la vita. Si trova di fronte alla testimonianza di un uomo che è arrivato a vivere la vita della Vita, il nucleo misterioso della vita che è l’eternità nel presente, senza che ciò lo distolga dal dovere di misurarsi con i problemi e le ansie della modernità. È un libro che tocca registri profondi.

Il secondo libro che ci sentiamo di consigliare è di Achille Rossi, che di Panikkar è stato grande amico e una delle persone a lui più vicine. Si intitola Pluralismo e armonia. Introduzione al pensiero di Raimon Panikkar (Cittadella Editrice, 2011) ed è la nuova edizione aggiornata di un’opera ormai classica che passa in rassegna i temi salienti della riflessione di Panikkar. È una introduzione indispensabile per chi si accosta per la prima volta al suo pensiero e al suo mondo.

Il terzo libro, con caratteristiche analoghe a quello di Achille Rossi, è Raimon Panikkar. Tra Dio e il cosmo (Edizioni Laterza, 2006). Si tratta di un lungo dialogo vigoroso e appassionato di Panikkar con la filosofa Gwendoline Jarczyk, in cui vengono illustrati e discussi gli aspetti più importanti della ricerca del pensatore spagnolo-indiano. Un dialogo disseminato dalle folgoranti intuizioni che hanno fatto di lui uno dei più grandi maestri spirituali del Novecento, «testimone di una sintesi armoniosa di culture diverse», del dialogo interculturale e del dialogo che egli volle definire intrareligioso, cioè qualcosa di più profondo e più unificante del dialogo interreligioso.

Mario Bertin
componente la redazione di Madrugada,
curatore del Salone dell’editoria dell’impegno
di Grottaferrata (Roma)
www.saloneeditoriadellimpegno.it