Sviluppo

di Crosta Mario

Esistono numerosi modi per definire lo sviluppo economico. Possiamo, comunque, dire che nel complesso le diverse definizioni fanno riferimento a due diverse modalità di approcciare la tematica:

ç Un primo approccio che studia lo sviluppo quale processo che interessa in maniera pressoché esclusiva la dimensione economica dello stesso, definibile in maniera piuttosto precisa in termini quantitativo/matematici.
ç Un secondo approccio che si preoccupa maggiormente degli effetti che ha lo sviluppo sull’evoluzione dell’organizzazione sociale nel suo complesso.

Crescita o sviluppo?
La questione posta, è riassumibile in una domanda divenuta ormai classica: ci preoccupiamo della crescita o dello sviluppo?
Esistono numerose teorie che intendono lo sviluppo quale fenomeno esclusivamente correlato alla crescita del sistema economico.
Lo sviluppo viene definito come un processo di crescita del prodotto procapite, ossia come la possibilità della popolazione di avere a disposizione una quantità ed una gamma di beni economici sempre maggiori.
Tale processo trova uno dei principali fondamenti nel progresso scientifico-tecnologico, tendente ad ampliare l’offerta di beni.
Entra in queste considerazioni anche la crescita della popolazione, fattore che viene considerato nel processo di sviluppo sia come effetto che come causa.
Come si può comprendere, lo sviluppo economico è fenomeno molto complesso, per spiegare il quale è necessario mettere in relazione una serie di fattori che comprende oltre al già richiamato progresso scientifico, le necessarie modifiche della struttura produttiva e i processi di accumulazione del capitale.

Problemi di misurazione dello sviluppo
Da più parti ci si chiede se il prodotto procapite sia un indicatore sufficiente a descrivere lo sviluppo economico di una comunità.
Esistono infatti problemi nella esatta misurazione di detta grandezza. Ed esistono, inoltre, problemi legati alla qualità di ciò che compone la crescita del prodotto.
Una maggiore produzione di armi, oppure il bene derivante da processi produttivi inquinanti, comporta certamente una crescita della grandezza intesa in termini meramente quantitativi. Ma difficilmente si può sostenere che tali fenomeni portino un qualche effettivo miglioramento alla società nel suo complesso.
Un’altra questione poi riguarda la distribuzione di tale crescita. Se essa infatti viene ad essere concentrata in una fascia ristretta di popolazione, potrebbe portare a fenomeni di accrescimento della diseguaglianza della distribuzione, con possibili pesanti conseguenze sul piano sociale.

Dalla crescita allo sviluppo
L’evidenza empirica dimostra che nella generalità dei casi un accresciuto prodotto procapite è accompagnato da un miglioramento medio del tenore di vita, derivante dall’aumentata e migliorata offerta di beni.
Non si tratta quindi di “rinnegare” il prodotto quale misura dello sviluppo. Si tratta invece di considerare la crescita del prodotto quale elemento che certamente fornisce delle indicazioni nella misurazione dello stesso, senza però essere esaustivo.
E siamo quindi al secondo approccio alle problematiche dello sviluppo.
Approccio che, come già detto, si preoccupa di affrontare la questione a partire dalla pura crescita economica. Viene sostenuto, infatti, che alla crescita economica deve accompagnarsi un miglioramento anche degli indici di benessere.
Tra questi vanno ricordati: la vita media degli individui, il tasso di mortalità infantile, il tasso di alfabetizzazione della popolazione, gli indici di scolarizzazione, la disponibilità di acqua potabile, la quantità di servizi sanitari e sociali a disposizione (generalmente rapportata alla ricchezza di una nazione, detta Prodotto Nazionale Lordo).
L’aumento del prodotto procapite comporta tendenzialmente anche un miglioramento di detti indici.
Ciò che riveste maggiore problematicità è costituito dai riflessi che la crescita economica ha sulla società, sulla vita delle persone (solo per citare alcuni aspetti, problemi di mobilità e di creazione di grossi centri urbani, tempi di vita della gente, rispetto del territorio).
In sintesi, non vi è garanzia che a maggiori livelli di prodotto, corrisponda una migliore qualità della vita.

Quale sviluppo?
Un ulteriore passaggio è dato dalla considerazione del contesto in cui il miglioramento dei parametri esaminati viene ottenuto. Entrano in queste considerazioni valutazioni sul grado di democraticità di un governo e sulle effettive possibilità di partecipazione al processo decisionale da parte della popolazione.
Parlando dello sviluppo relativo ai paesi più poveri, la diretta implicazione di dette considerazioni è da riferirsi alla capacità/possibilità di autodeterminare propri percorsi di sviluppo, coerenti con la propria storia, cultura, tradizione. E’ quindi evidente che non può esistere una prassi di sviluppo, semmai esiste “una serie” di prassi di sviluppo.
Conseguentemente, un determinato modello di sviluppo che poggi esclusivamente sulla crescita industriale potrebbe non essere idoneo a garantire uguali positivi risultati in ambiti di applicazione diversi.
Come si può ben comprendere, questo secondo approccio presenta evidenti problemi di “misurabilità” e l’impossibilità di ricondurre il tutto ad un modello matematico/quantitativo.
Richiama anche un ritorno dell’economia alle origini della disciplina, intesa nell’accezione propria di “economia politica”, ossia di scienza ad elevata valenza sociale, occupata a studiare certamente la dimensione economica della società, senza comunque mai dimenticare l’organizzazione complessiva della stessa.
Non dovrebbe mai passare in secondo piano il fatto che in origine gli economisti avevano una forte formazione umanistico/filosofica, a prescindere dal proprio credo politico.

Bibliografia essenziale:
Un manuale di base di economia, sempre utile per un’alfabetizzazione sul tema.
Solo a titolo indicativo:
ç Cozzi-Zamagni, Economia Politica, Il Mulino.
ç Programma di sviluppo dell’Onu (a cura del), Rapporti sullo sviluppo umano (sono una serie di alcuni volumi), Rosenberg & Sellier.
ç M. P. Todaro, Economia del sottosviluppo, Loescher editore.