Welfare state, Svezia Un modello bello bello… anzi… scomodo

di Menghi Alberto

Quando si parla di “stato sociale” e di modelli politici che sostengono il “welfare state” (lo stato del benessere nell’accezione inglese) diventa giocoforza associare questi modelli alla parola comunismo e cercare degli esempi applicativi di welfare state. Si cade in questo modo in un sequenziale errore associativo. Infatti sono veramente pochi i paesi che hanno cercato di costruire uno stato secondo l’accezione inglese del “benessere”. Benessere inteso come benessere per i cittadini e non per alcune categorie di cittadini. La mia esperienza personale mi porta ad annoverare tra questi i paesi scandinavi, in particolare Svezia, Norvegia, e Finlandia ed in misura minore la Danimarca. Le basi su cui si è fondata l’affermazione del welfare state in queste nazioni poggiano sui diritti democratici sanciti dalla costituzione. Non si può costruire infatti un welfare state se non vengono garantiti: la libertà di parola, di espressione dei propri pensieri e dei propri sentimenti, di riunirsi in assemblea, di organizzare e partecipare a dimostrazioni, di fondare e prendere parte in associazioni e organizzazioni, e infine il diritto di credere e praticare una religione. Sono proprio questi diritti che hanno permesso alle popolazioni scandinave di confrontarsi senza costrizioni e di decidere democraticamente, uomini e donne, quale fosse il modello di governo socio economico più idoneo al proprio benessere.

Caso Svezia

Forse la nazione più rappresentativa per quanto riguarda il welfare state, per dimensioni e numero di abitanti è la Svezia. In Svezia, a partire dal 1917, quando il modello parlamentare è stato introdotto nel paese e in seguito nel 1921 quando le donne hanno ottenuto il diritto al voto si è creata una configurazione politica molto stabile rappresentata da cinque partiti: i conservatori, i liberali, i centristi, i socialdemocratici, i comunisti. Socialdemocratici e comunisti hanno avuto la maggioranza nel paese per decenni, fino a quando la recessione e le tempeste monetarie dei primi anni novanta non hanno dato la possibilità di governare al blocco liberal-conservatore per un breve periodo. È anche degli anni novanta l’ingresso dei verdi in parlamento.
Nel lungo periodo di governo della sinistra, si è creata una stretta collaborazione tra cittadini e stato, si chiedeva sostanzialmente allo stato di amministrare e gestire tutti quei servizi che il singolo o il privato non sarebbe stato in grado di garantire ad un livello qualitativo e quantitativo definito sufficiente.

Il modello

Questi servizi sono: l’educazione, le cure mediche, l’abitazione, l’assistenza ai bambini e agli anziani (alle categorie più deboli in generale includendo ad esempio i disoccupati e rifugiati politici), i trasporti. È piuttosto comune sentire in Svezia l’affermazione che lo stato è considerato una seconda madre che ti segue dalla nascita alla morte. A fronte di questi servizi ovviamente i cittadini (tutti) si impegnano a pagare le tasse. Il carico fiscale è sicuramente tra i più alti in Europa e nel mondo ma non esiste un malcontento della popolazione in quanto ciascuno sa come questo denaro verrà impiegato. Le tasse hanno anche lo scopo fondamentale di ridistribuzione del reddito, tra ceti “ricchi” e ceti “poveri” ma anche tra diverse generazioni. Il principio di base è che chi ha una vita salutare e riesce a lavorare si trova a pagare delle tasse relativamente alte, nel senso che non usufruisce dei sistemi di sicurezza sociale che lo stato amministra. Si assicura comunque contro il rischio che le cose possano cambiare. Nel momento in cui appartiene ad una categoria “debole” riceverà una serie di benefici anche nel momento in cui le tasse che paga sono poche o nulle. Sostanzialmente il sistema fiscale è simile a quello di molti altri paesi con imposte dirette proporzionali sul reddito ed indirette sui beni di consumo.

La scuola dell’obbligo

La scuola dell’obbligo in Svezia dura nove anni, è organizzata a livello comunale ed è gratuita per tutti. Corsi speciali vengono organizzati per gli immigranti prima di essere introdotti nei corsi ordinari. Una particolarità è rappresentata dal fatto che nelle scuole non vengono utilizzati i voti per i primi sette anni di scuola. Viene richiesta invece una grande collaborazione con i genitori che partecipano frequentemente ad incontri con gli insegnanti per essere continuamente a corrente delle attività didattiche svolte. Sono inoltre benvenuti a prendere parte alle lezioni per rendersi conto personalmente del livello d’insegnamento. I voti attribuiti negli ultimi due anni della scuola dell’obbligo serviranno nel caso in cui la domanda degli studenti per la scuola superiore fosse ridotta per limitazione di posti; in quel caso gli studenti più bravi avranno la precedenza. Comunque il numero di posti per le scuole secondarie è sufficiente ad accogliere tutti.
Anche le scuole superiori sono gratuite. Corsi serali e scuole per adulti sono a disposizione di tutti coloro che vogliano migliorare il loro livello d’istruzione, spaziano in diversi ambiti e sono anch’esse gratuite. Un’altra alternativa alle scuole per adulti sono le “scuole popolari” organizzate e amministrate dalle organizzazioni sindacali, o religiose che si trovano principalmente nelle aree interne. Un’altra forma di istruzione è rappresentata dalla “preparazione al mercato del lavoro” con dei corsi organizzati dagli uffici di collocamento indirizzati alla formazione per i lavori di maggiore offerta.

L’università

Viene considerata un impegno a tempo pieno che non può permettere alla persona di lavorare e studiare allo stesso tempo per cui ogni studente può disporre di una borsa di studio. Questa borsa consiste in una parte a fondo perduto e una parte è un prestito a tasso agevolato che viene restituito solo quando la persona ha trovato un lavoro che gli permetta la restituzione; altrimenti non vi sono scadenze. In media la borsa è di 7000 corone al mese (circa 1400000 lire) e di questa somma circa 2000 corone sono a fondo perduto ed il resto, variabile in funzione degli anni di studio si restituisce sotto forma del 3% del proprio stipendio per tutta la propria vita lavorativa. In Svezia non vi sono tasse di iscrizione universitaria. Il rapporto tra docenti e studenti è molto amichevole tutti vengono chiamati per nome di battesimo senza aggiunta di titoli e lo studente è al centro dell’attività universitaria e didattica.

Il servizio sanitario

L’elevato standard qualitativo dei servizi sanitari e delle cure mediche offerte in Svezia è riconosciuto a livello internazionale. Il livello di servizi, equipaggiamenti e personale è lo stesso indipendentemente dalle dimensioni del bacino di utenza che deve servire. Alla base del servizio medico nazionale c’è l’attività di prevenzione per istruire la popolazione che le scelte ed attività individuali sono fondamentali al benessere della persona.. Descrivere il servizio sanitario svedese richiederebbe molto spazio. Si possono spendere alcune parole sul fatto che la quasi totalità del servizio è coperto dalle tasse, ai cittadini si chiede però in alcuni casi di contribuire ulteriormente per la copertura delle spese. I servizi medici privati esistono e anche per questi servizi i cittadini vengono in parte coperti dallo stato in modo tale che non vi siano differenze sostanziali di costo nella scelta tra pubblico e privato. Anche le medicine vengono in parte risarcite dal servizio pubblico.
Tornando sul tema della prevenzione, un esempio piuttosto eloquente è rappresentato dalla prevenzione dentale per i giovani. Tutte le visite e le cure dentistiche fino all’età di 19 anni sono gratuite. Dopo i diciannove anni le cure dentistiche rientrano nelle cure mediche generali affidate a propria scelta al servizio pubblico o privato e assistito dal sistema previdenziale.

La casa

Circa la metà della popolazione svedese vive negli appartamenti delle aree urbane, la restante parte di solito alloggia in case e villette unifamiliari e circa la metà di loro sono proprietari dell’alloggio in cui vivono. Chi vuole risiedere nelle aree urbane può richiedere un alloggio in affitto al comune di appartenenza. Sono infatti le amministrazioni comunali che spesso hanno a disposizione degli alloggi e li affittano agli abitanti seguendo una lista di priorità a seconda delle necessità del singolo e del tempo in cui si è stati in lista.
Anche nel caso in cui gli appartamenti appartengano a privati, è sempre l’amministrazione comunale a fare da mediatore senza costi aggiuntivi per l’affittuario o il proprietario. Nel caso si voglia diventare proprietari di un appartamento una delle forme più diffuse è attraverso le cooperative. È la cooperativa a gestire tutte le spese necessarie al buon funzionamento dello stabile dietro il pagamento di una quota mensile. Molto spesso nelle aree urbane vi sono una serie di servizi che vengono organizzati a livello comunale come le lavanderie, che possono essere utilizzate su prenotazione. Anche il servizio di raccolta dei rifiuti è statale ed è diffusissima la raccolta differenziata e nelle abitazioni spesso ci sono da uno a sette diversi raccoglitori di rifiuti.

La rete di sicurezza sociale

Questo termine sta ad indicare tutti quegli interventi di salvaguardia e tutela del cittadino che hanno fatto il loro ingresso nella vita sociale svedese da una settantina d’anni a questa parte. La Svezia infatti ha provato sulla pelle della propria gente nel secolo scorso e all’inizio del novecento problemi gravi come la povertà, la fame, l’emigrazione verso altri paesi, i problemi per la casa, gli interminabili orari di lavoro e le ingiustizie sociali. Nel momento in cui la situazione economica è migliorata all’inizio del secolo si è cercato attraverso il dialogo delle parti sociali di costruire gradualmente un sistema definito “rete di sicurezza economica e sociale” che evitasse il ripetersi dei momenti difficili già provati in passato. Le misure di cui possono usufruire tutti i residenti svedesi sono:

a) compensazione delle perdite di reddito per malattia, gravidanza, cura dei figli in giovane età, cura dei figli in caso di malattia fino all’età di 12 anni;
b) assegni familiari: ogni famiglia riceve un aiuto per la cura dei propri figli che viene pagata ad uno dei genitori mensilmente fino a quando il bambino non raggiunge i 16 ani di età. Anche agli immigrati viene riconosciuto questo diritto, purché siano residenti nel paese da almeno sei mesi;
c) pensione in caso di malattia;
d) pensione di anzianità: uomini e donne possono usufruire della pensione di anzianità a sessantacinque anni di età. Per coloro che lo desiderano è comunque possibile usufruire di questo diritto dall’età di sessanta anni;
e) sussidio di disoccupazione;
f) assistenza economica.
Coloro che non sono in grado di sostenersi finanziariamente, possono rivolgersi ai locali servizi sociali che provvedono alla valutazione dei singoli casi e all’assegnazione di aiuti economici.

La cura dei bambini: gli asili

Questo è sicuramente uno dei problemi che maggiormente viene tenuto in considerazione dagli svedesi. Generalmente gli asili vengono amministrati a livello comunale. Esistono cinque tipi di asili:
1) assistenza giornaliera. In questi asili vengono accettati i bambini da uno a sei anni che abbiano genitori studenti o lavoratori;
2) l’asilo famiglia. Un dipendente comunale specializzato chiamato “la mamma del giorno” si prende cura dei bambini da uno a 12 anni lavorando nella propria abitazione;
3) il centro dei divertimenti. Si prende cura dei bambini dai sette ai dodici anni che hanno bisogno di essere seguiti prima o dopo gli orari scolastici;
4) la scuola dei giochi. Si occupa di seguire i bambini di sei anni per tre ore al giorno ogni giorno;
5) pre-scuola. Queste scuole sono aperte per genitori e figli i quali imparano a giocare e conoscersi insieme.

Tutte queste forme di asili sono organizzate a livello comunale dai servizi sociali. Il costo di queste attività è molto elevato e lo stato non riesce a coprirlo totalmente per cui si chiede ai genitori di contribuire ulteriormente. Vi sono infatti 3-4 adulti ogni 10-20 bambini, inoltre vengono assicurati i pasti. I prezzi possono essere diversi a seconda dei comuni. In alcuni casi il contributo viene richiesto in funzione del livello di reddito dei genitori. Esistono inoltre delle liste di accettazione nelle quali si tiene conto di casi più urgenti come i genitori soli che hanno la precedenza

Questa è l’attuale situazione dello stato sociale svedese. Molto di più ci sarebbe stato da dire su ciò che non rientra nelle regole scritte di un welfare state, ma che sicuramente aiuta a costruirlo e a mantenerlo. Parlo ad esempio della gentilezza, della disponibilità, della competenza degli operatori pubblici di coloro che sentono il proprio lavoro al servizio dei cittadini. Cittadini che non vengono considerati solo un numero ma come delle persone. Mi riferisco a coloro che si sentono parte di uno stato e che si sentono in dovere di contribuire al funzionamento dello stato mediante il pagamento delle tasse, inteso come un equo pagamento ad una serie di servizi e non un’arbitraria estorsione.
È la testimonianza di uno stato che troppo raramente viene preso ad esempio dal punto di vista delle conquiste sociali ottenute col dialogo, con la convergenza delle opinioni invece della contrapposizione ideologica ceca che troppo spesso fa le proprie vittime tra la gente comune, tra le persone deboli, tra coloro che non sono stati istruiti a difendersi.
La Svezia è, probabilmente, l’esempio reale di come la cooperazione tra individui, l’osservanza delle regole, riescano ad affermare quel principio di sinergia secondo il quale sommando due unità si può ottenere tre anziché due. La Svezia è per molti un esempio scomodo, che chiede al singolo la rinuncia delle proprie mire edonistiche, che nella maggior parte dei casi necessitano della sopraffazione e del non riconoscimento dei diritti del prossimo.