Italia: un incontro sospirato

di Peruzzo Dilvo

Italiani e loro discendenti si incontrano in gran numero nelle Americhe, Australia ed altri paesi. In Brasile, secondo recenti informazioni della stampa, scorre sangue italiano nelle vene di circa trenta milioni di italiani.

Come brasiliano, discendente da italiani, ho trascorso 25 giorni in Italia nel marzo del 1992. Arrivando a Milano ho trovato un gran freddo, ma il calore dell’accoglienza di Stoppiglia e Lazzarin ne hanno temperato il rigore per tutta la mia permanenza in Italia.

PRIMA TAPPA

A Bologna mi ha impressionato molto la gestione pubblica dei quartieri, dove gli abitanti discutono i problemi e formulano soluzioni in una gestione democratica diretta. Il quartiere ha una certa autonomia che permette al cittadino di percepire l’amministrazione dei servizi ed i finanziamenti come una “res publica”. Stando così le cose, i cittadini possono dar senso alla dimensione sociale del vivere.

Da Bologna Taranto. Lì forti emozioni: gli acquedotti romani per il rifornimento dell’acqua dalle montagne per gli abitanti della città proviene da centinaia di chilometri di distanza.

Il Museo preistorico colleziona oggetti straordinari ritrovati a Taranto e prodotti dall’uomo sette mila anni or sono. Ho provato ad immaginare quante generazioni sono passate tra noi e coloro che hanno prodotto quei manufatti; e quasi ho pianto di emozione.

SECONDA TAPPA: LA MEMORIA

Da Tubarao, porto di Vitoria dove abito, parte il minerale del ferro in forma di ….., estratto a più di cinquecento chilometri di distanza, ad un prezzo di quattordici dollari americani la tonnellata, ed è adoperato in varie parti del mondo, tra cui pure Taranto.

La mezzanotte di un sabato, assieme al cappellano padre Nicola, ho visitato un grande fabbrica, e sono rimasto impressionato della solidarietà esistente tra coloro che lavorano agli alti forni; e padre Nicola mi spiegava che la solidarietà aumenta tra i lavoratori in proporzione al rischio di vita, per cui un errore pone a repentaglio la vita di molti.

Altra cosa che richiamo la mia attenzione è stato il lavoro pastorale di padre Nicola. La sua parrocchia è piena di contrasti e problemi sociali: menomati fisici e mentali, drogati, giovani senza impiego. Egli svolge un lavoro con i pensionati metalmeccanici dell’Ilva. Questi si dedicano al volontariato, per insegnare ai giovani norme, comportamenti e tecniche per raggiungere una certa professionalità sul posto di lavoro.

In Cosenza ho parlato all’università del Mezzogiorno, dove ho tenuto una conferenza sulla realtà brasiliana a studenti di scienza politica, e con studiosi della mafia italiana nelle sue forme diverse.

DISCUTENDO, RAGIONANDO

Sono rimasto impressionato nel verificare il condizionamento mafioso la quale è sottoposta la popolazione di gran parte d’Italia. Credo che non sarà dentro l’ordine attuale che potrà essere risolta la questione, ma all’interno di una società costruita su altri modelli potrà essere delineata la soluzione.

A Napoli ho sentito la contraddizione, la ricchezza e la povertà, case decadenti vicino a palazzi splendidi. Il legale e l’illegale convivono in una città con forte calore umano, e che respira la tensione e la crisi

Roma è il massimo. Lì tutto è grande e spettacolare, pieno di sentimento e sensualità. I monumenti mostrano la forte simbologia presente nella storia romana.

A Firenze ho visitato il centro nazionale di formazione CISL. Ottima infrastruttura. Biblioteca con centinaia di riviste. Condizione adeguata per la formazione tecnica di dirigenti sindacali. Mi è parso comunque che nella formazione socio-filosofica sia un poco assente la visione globale delle relazioni mondiali e storiche permettendo di vedere più in modo formale che sostanziale le relazioni della economia centralizzata e controllata da pochi e in pochi paesi.

In Firenze nasce il Rinascimento, e pure lì incontriamo la casa di Dante e la casa dove Galileo passò gli ultimi anni di sua vita nell’isolamento perchè non si volle capire l’importanza delle nuove scoperte scientifiche. Questa è la fin dei profeti perchè attraverso l’annuncio e la vera scienza discoprono le trame del potere. Significativa l’immagine del corridoio che passa sull’Arno e raggiunge il palazzo dei Medici: il corridoio domina la città, il popolo sa che lì sta il suo Principe, ma non può vederlo, perchè il corridoio è chiuso. Il principe controlla, ma non è controllato.

A Venezia ho visitato alcune cooperative, ed ho osservato che tanto gli uomini che le donne partecipano al lavoro produttivo, ma nelle riunioni settimanali dei soci sono presenti quasi esclusivamente i soci. Mi dicevano che in casa le donne suggeriscono agli uomini le soluzioni da portare in assemblea; rimane comunque il fatto di una carente democrazia deliberativa.

COOPERAZIONE

In Brasile è peggio, perchè se in tutte le ricorrenze di gioia e di lutto i vicini sono invitati dalla famiglia a partecipare, per quanto riguarda l’attività del produrre e del commercializzare la merce, ciascuno è solo con se stesso; e così sia il piccolo produttore, sia il commerciante al minuto sono preda del grande sistema.

Al di là dei limiti della cooperazione io credo che sia sempre più necessaria una mentalità cooperativistica in Brasile per superare l’isolamento produttivo, commerciale ed educativo del Contadino.

Sono passato per Vicenza e per Poiana Maggiore, che il paese di origine dei miei antenati, che praticavano la pastorizia prima di emigrare. A Bassano ho sentito la presenza della guerra con le sue violenze e le sue vendette.

Le famiglie che ho visitato in Emilia e Veneto mi hanno ripetuto che anche nelle loro campagne fino a vent’anni fa c’era la miseria, e la gente era costretta ad emigrare.Oggi i giovani invece non conoscono il.valore delle cose, e si apprestano al futuro con le idee poco chiare.

In Brasile una parte della popolazione, che corrisponde a tutta la popolazione italiana, percepisce un reddito pro capite annuale

inferiore a 250 dollari; diciamo il reddito pro capite italiano è per lo meno 40 volte superiore al reddito della popolazione brasiliana. Tale situazione è determinata certo da fattori culturali, ma soprattutto da elementi sociali di ordine interno e internazionale.

Ho visitato l’università di Padova, ed ho notato il distacco esistente tra professori e studenti. Penso che insieme alla frequenza facoltativa dell’aula, non dia un punto positivo per l’università italiana, in quanto impedisce il dibattito e la chiarificazione scientifica, che possa poi stimolare il cambiamento politico e sociale.

Nel Nord Italia ho avvicinato maestri e maestre; i quali percepiscono nei loro alunni uno stato di tensione, che si portano dalla famiglia; la quale se da una parte non fa mancare il benessere materiale, dall’altra il padre in particolare dà troppo tempo al lavoro e poco alla conversazione con i figli.

LE RADICE SONO UMIDE

A Enego poi grazie al parroco don Agostino e all’appoggio di Farinelli socio di Macondo ho scoperto in archivio i documenti che attestano la residenza dei miei in quel paese dell’altipiano.

Al nord vicino all’Austria ho visitato i Ladini. Non sono molti; parlano ladino e vivono sulle montagne. Ho chiesto loro se si sentono italiani o tedeschi; mi hanno risposto che non sono nè italiani nè tedeschi, ma ladini.

La questione delle nazionalità nel mondo è un problema grave. Le 2500 nazionalità del mondo sono sempre più visibili e marcate, con problemi spesso gravi di integrazione o di convivenza.

Da una parte i politici tendono a negare l’esistenza di queste diversità. Dall’altra l’economia ha legato tra loro i popoli in un legame di interdipendenza. Ma i popoli chiedono e marcano sempre più la loro diversità

Se questi opposti incontreranno società in condizione di soddisfare le necessità di base della popolazione, si potranno affrontare le tensioni con minor conflitto. Ma se il mondo continua la sua corsa accelerata alla crescita ed alla concentrazione dei beni, aumenteranno senz’altro le tensioni. I nazionalismi, le leghe più diverse condizioneranno i rapporti politici, con risultati futuri imprevedibili.

Capisco che Macondo nn intende ignorare le diversità, ma nel pluralismo valorizzare i legami di solidarietà. Macondo ha una bella proposta di solidarietà internazionale. Conoscersi per costruire. Capire che siamo viandanti per lo stesso percorso storico. Se sognamo da soli, non usciamo dai nostri fantasmi. Ma se sogniamo assieme, il sogno diviene realtà, anche se il tragitto è diverso.

Con questo obiettivo sono venuto in Italia; e penso sarebbe utile per molti questa esperienza. So che per motivi di coscienza e di condizione economica la cosa ancora non può realizzarsi; Ma un giorno anche questo avverrà: se ci sono ostacoli,problemi, abbiamo fiducia di poterli risolvere.

(traduzione e rielaborazione di Farinelli Gaetano)