Madrugada 96

Oltre alle rubriche fisse troverete il monografico su Sarajevo.

  • Macondo e dintorni

    25 luglio 2014 – Bologna. Le previsioni di freddo e pioggia hanno fatto slittare la festa annuale dell’Associazione Macondo Suoni di Sogni che quest’anno si è tinta di spiritualità oltre che di arte e musica. Hanno portato il loro contributo l’artista di strada Braccialunghe, che ha regalato ai bambini presenti sogni dentro le grandi bolle

  • Tanzania

    Tra sogni e risvegli Tan-za-nia, le speranze «Mungu Ibariki Afrika… Mungu Ibariki Tanzania», iniziano così le strofe dell’inno nazionale tanzaniano, parole che presentano il Paese al resto del mondo. Mungu Ibariki Tanzania: tre parole swahili a racchiudere un percorso lungo millenni e a dare, forti di un’identità culturale, la prospettiva di un sogno collettivo, voluto

  • L’accoglienza come questione morale

    Ho letto lentamente, e talora faticosamente, il bel libro di Roberta De Monticelli La questione morale (Cortina Editore, 2010). È divenuto un caso letterario: ben 40.000 copie vendute per un libro di filosofia! Assistiamo a un ritorno dell’interesse per la filosofia, per la conoscenza, per le cose che succedono attorno a noi. È un risveglio

  • In poche parole

    Nell’ultima redazione di Madrugada mi sono lanciato in uno sperticato elogio della brevità. «Non c’è quasi nulla che non possa essere scritto con la metà delle righe usate nella prima stesura». «E con ogni probabilità, la seconda stesura sarà migliore della prima». Lo sosteneva anche un grande autore, su cui non mi soffermerò per rispetto

  • Articolo diciotto

    L’articolo 18, in queste settimane ancora una volta al centro del dibattito politico nazionale, non è evidentemente «solo» un articolo chiave di una legge. Una legge pur importante, la n. 300 del 20 maggio 1970, più conosciuta con il nome di Statuto dei Lavoratori. Dentro l’articolo 18 invece, e sopra e tutt’intorno al tema specifico,

  • Orizzonti e fratture

    I venti di guerra non cessano mai. Come nel cuore della Terra si agita un magma infuocato che si fa sentire ed esplode con violenza incontrollabile nei ruggiti vulcanici, così, sulla faccia della Terra, i venti di guerra imperversano alimentati dalla mente inquinata dell’uomo, deciso a salvare i propri interessi piuttosto che promuovere i diritti

  • Dai luoghi della memoria

    All’inizio del conflitto bosniaco nacque a Bergamo il progetto Bergamo Pro Kakanj, con lo scopo iniziale di aiutare la popolazione di quella città non lontana da Sarajevo mediante l’invio di generi di prima necessità e poi con l’obiettivo di favorire il rientro dei profughi alle loro case. Nell’autunno del 1996 ero responsabile della comunicazione della

  • Sarajevo dopo la guerra: conseguenze e prospettive

    Dicono di Sarajevo Oggi quando si parla della mia città, spesso sento dire che Sarajevo non è più la città di «allora», la situazione demografica è cambiata, la città è piena di gente venuta da «qualche parte», e questa gente avrebbe cambiato la fisionomia della città per trasformarla in città di provincia o grosso paese

  • Gente di Sarajevo

    Sono arrivato a Sarajevo cinque anni fa, la guerra era già passata, ma le voci di quella guerra correvano ancora. Così ho ascoltato e cercato di capire, di farmi un’idea della situazione sociale, parlando con la gente comune. Ho partecipato a chiacchierate e discussioni, in cui il tema della guerra e del conflitto interetnico non

  • La Chiesa cattolica in Sarajevo

    Ruolo e prospettive Non di rado mi capita di assistere alle conversazioni in cui i nostri ospiti venuti dall’estero ci parlano della Chiesa in Sarajevo in termini superlativi considerandoci, addirittura, dei martiri. Un’ambiguità da sciogliere Devo dire di provare un certo imbarazzo, soprattutto a causa di qualcuno dei nostri che cerca di alimentare e incoraggiare

  • L’Europa muore o rinasce a Sarajevo

    La Bosnia non cambia. Alle elezioni politiche di ottobre ha votato il 54% degli aventi diritto, record negativo. E hanno vinto ancora una volta i partiti legati ai tre gruppi etnici che nell’architettura costituzionale postbellica, creata a Dayton (Ohio) nel 1995, si spartiscono la presidenza del piccolo Paese. Nell’anno della primavera bosniaca, delle rivolte contro

  • L’Oriente non c’è più: abbiamo dimenticato Sarajevo

    «Dobbiamo andare e non fermarci mai,finché non arriviamo.Per andare dove, amico?Non lo so, ma dobbiamo andare».Jack Kerouac «Spesso la dolcezza dei popoli èdirettamente proporzionaleal loro furore aggressivo,capace di accendersi in un attimo.La propaganda fa più presa sulle anime semplici:sono quelle che si spaventano prima,e prima trasformano la paura inviolenza difensiva».Paolo Rumiz Piove. Il cielo è

  • L’inizio e la fine di un secolo. Ripartire da Sarajevo

    Questa notte è arrivato il vento, forte da scoperchiare i tetti. Altri venti soffiano, venti di guerra: in Africa, in Asia, mentre Sarajevo esce da due guerre. Ho chiesto a Giuseppe Stoppiglia una memoria dalla Bosnia e mi ha scritto L’Oriente non c’è più: abbiamo dimenticato Sarajevo, ricordando la città all’incrocio di religioni ed etnie,