logo rivista Madrugada Elenco degli articoli

Castelvolturno, Operazione Alto Impatto

Bresolin Alessandro

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Una storia di esemplare indignazione Il tratto di costa che da Napoli porta a Formia e Gaeta è attraversato da un’antica via romana, la Domizia. Luoghi di grande valore ambientale che negli anni 60 la camorra ha devastato, abbattendo pinete e cementificando in modo selvaggio costa e paesi di campagna. Dopo il terremoto dell’Irpinia dell’80 continua a leggere


Cronaca dalla sede nazionale

Farinelli Gaetano

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2 maggio 2003 – Padova. Civitas organizza l’ottavo salone del terzo settore, che è l’ambito dei servizi e del no-profit, delle attività che non hanno fini di lucro. Anche Macondo ha partecipato al salone con uno spazio suo proprio, dove ha avuto modo di contattare i visitatori ed esporre gli obiettivi e le modalità della continua a leggere


Tra sicurezza e felicità

Comitato di Redazione

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Scorrendo le pagine di Madrugada Caro lettore, cara lettrice, trenta, quaranta, la pecora canta, cinquanta, cinquantuno, sei figlio di nessuno… e invece no. La rivista al suo cinquantesimo gradino ha un padre, Macondo e ha una madre, Madrugada, perché si dilegua la notte e spunta il giorno. A colori l’ha voluta Francesco, che domani entra continua a leggere


La liberazione dei deboli ha la precedenza sulla libertà dei forti

Stoppiglia Giuseppe

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Le condizioni primarie di un sentire libero «Un albero che cade fa più rumore di tutta una foresta che germoglia». [Anonimo africano] «Trasformare l’avvenimento in libertà. La speranza riscattata dalla fatalità è la libertà vera, realizzata, vivente. È la speranza fondata sulla coscienza. Soltanto la speranza che sopravvive di fronte all’enigma e si consolida decifrandolo continua a leggere


Il desiderio di sicurezza e gli scenari della paura

Ciaramelli Fabio

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La società dell’incertezza e del rischio Scambio, felicità e sicurezza «L’uomo civile ha barattato una parte della sua possibilità di felicità per un po’ di sicurezza» così scriveva Freud nel Disagio della civiltà (1929). Queste parole oggi sembrano datate e superate dai fatti. In effetti, se la civiltà moderna, per mantenere i suoi standard, era continua a leggere


Sicurezza e rapporti con gli altri

Stivanello Antonio

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Analisi dei sistemi di difesa dei codici interpretativi In uno sperduto villaggio del Marocco, molti anni fa, ho dovuto, per la prima volta, scegliere ed affrontare il dilemma sicurezza e paura nei rapporti con gli altri. Un the in Marocco Un giovane arabo mi aveva invitato a seguirlo per andare a prendere un the a continua a leggere


Del santissimo miracolo che fece santo Francesco

Baldini Marco

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quando convertì il ferocissimo lupo d’Agobbio Chi scrive di sociologia e di politiche sociali troverebbe nella beata ingenuità dei fioretti di san Francesco materiale abbondante per riflettere sulle costanti degli atteggiamenti degli uomini di fronte ai fenomeni sociali attuali. Infatti la complessità esige sì strumenti di analisi e di risposta sofisticati, ma la sofisticazione, che continua a leggere


Carceri: la lenta agonia di un mito

Ziad Elayyan

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Inserimento sociale e tolleranza zero Un’immagine ossessiva L’uomo porta nella "cella" i suoi reati, e l’altro uomo immagina se stesso come un animale che, ossessionato dall’idea di difendersi dalle aggressioni, si costruisce dei rifugi sempre più sicuri e complicati, fatti di carceri di massima sicurezza, celle di isolamento, centri di detenzione temporanea, stratificazioni, fortificazioni. Continua continua a leggere


Carlo, il piccolo fratello universale

Bertin Mario

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Imminente la beatificazione di Charles de Foucauld? Per entrare nell’albo dei santi e dei beati sono richieste abitualmente lunghe e costose procedure. È per questa ragione, forse, che Charles de Foucauld non è ancora stato indicato dalla Chiesa come modello di santità. I piccoli fratelli di Gesù, suoi seguaci, infatti, hanno saputo mantenere il profilo continua a leggere


Il rumore della risacca

Monini Francesco

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Leningrado (oggi tornata San Pietroburgo), in via Pavlov, in una casa rossa dove ora c’è un ospedale, c’era un centro di smistamento in cui venivano portati i bambini dopo l’arresto dei genitori. Lì venivano ripartiti per internati. Nel centro piangevano tutti. Per la paura piangevano piano, sotto il cuscino; ma per quanto piano facessero, nell’aria continua a leggere